Grazie a tutti!

Mega ciao!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato all’evento ieri sera e grazie alla Dottoressa Rosanna Sordo per la bellissima conferenza.
Vi aspettiamo il 12 aprile alla terza conferenza dal titolo “Fabbriche di stelle: dalle nebulose ai sistemi planetari” della Dottoressa Francesca Dal Pozzolo.
A presto!

Sara

Sede chiusa e seconda conferenza

Mega ciao!
Questa sera (venerdì 15 marzo) la sede resterà chiusa. Vi aspettiamo a Palazzo Toaldi Capra a Schio alle ore 21:00 per la seconda conferenza del ciclo “Schio Ultima Frontiera – seconda edizione”. Stasera la Dottoressa Rosanna Sordo, ricercatrice presso l’Osservatorio Astronomico di Padova, ci parlerà delle ultime novità della missione Gaia, che sta mappando la Via Lattea, in una conferenza dal titolo “Gaia: ultime notizie dalla Galassia”.
Vi aspettiamo numerosi!
A presto!

Sara

Buon Pi greco day a tutti!

Mega ciao!
Oggi festeggiamo il Pi greco day!
Il Pi greco è una costante matematica definita come il rapporto tra la lunghezza della circonferenza ed il suo diametro. Abbiamo usato tutti questa costante a partire dagli esercizi di geometria delle medie, in cui veniva approssimata a 3,14. In realtà il Pi greco ha molte più cifre e le prime sono le seguenti:
3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 70679…
Ma il Pi greco si ritrova anche in numerose formule che descrivono fenomeni fisici. Ad esempio, nel principio di indeterminazione di Heisemberg si afferma che non è possibile conoscere insieme la velocità e la posizione di una particella ed è espresso con la seguente formula:

∆x∆p≥h ⁄ 4π

dove x è la posizione, p è il momento (con p=m*v, dove m è la massa e v è la velocità della particella) ed h è la costante di Planck.
Vogliamo ricordare inoltre il Professor Stephen Hawking, che ci ha lasciati esattamente un anno fa!
Buon Pi greco day a tutti!
A presto!

Sara

Mark Watney e il Mars Pathfinder

Mega ciao!
Mentre gli astronauti della missione Ares 3 si stavano dirigendo verso l’astronave che gli avrebbe permesso di abbandonare il Pianeta Rosso, Mark Watney è stato colpito da un oggetto volante nella tempesta di sabbia ed è stato sbalzato via. I suoi compagni, credendolo morto, sono partiti, ma…sorpresa: Mark era ancora vivo. Purtroppo l’oggetto che l’aveva colpito era l’antenna per le comunicazioni. Il nostro astronauta si è ritrovato quindi da solo su un pianeta totalmente inospitale e senza la possibilità di contattare la NASA per dire al controllo missione: “Bella fratelli! Sono vivo, tornate a prendermi!”. Come fare per ripristinare le comunicazioni? Il nostro Mark ha trovato un modo geniale: si è messo in viaggio sul rover per cercare di recuperare il Mars Pathfinder, nella speranza che funzionasse ancora.
Cos’è il Mars Pathfinder? E’ un lander atterrato sulla superficie marziana il 4 luglio 1997 ed è stato il primo modulo a trasportare anche un rover: il Sojourner. Il lander ed il rover avevano la strumentazione per analizzare l’atmosfera, il clima, la composizione delle rocce e del suolo. Il Mars Pathfinder ha permesso di localizzare con precisione la posizione del polo marziano e di stimare il raggio del nucleo metallico del pianeta (compreso tra i 1300 e i 2000 km). Il lander ha osservato nuvole di ghiaccio d’acqua nella bassa atmosfera, che sono presenti la mattina presto. Inoltre sono state rilevate brusche fluttuazioni di temperatura che suggeriscono che l’atmosfera è scaldata dalla superficie del pianeta e che il calore viene portato verso l’alto per convezione in piccoli vortici. La missione è terminata il 27 settembre 1997.
A presto!

Sara

Mars Pathfinder (Image credits: NASA)
Il rover Sojourner ripreso dal Mars Pathfinder (Image credits: NASA)

Star Trek e la ricerca di nuovi mondi

Mega ciao!
Nel 2266 il capitano Kirk è partito a bordo dell’Enterprise, insieme al suo fidato amico Spock, per una missione quinquennale alla ricerca di nuovi mondi ed altre strane forme di vita. Durante il suo viaggio ha incontrato molte specie aliene diverse, che abitavano i pianeti dalle caratteristiche più strane.
Come il capitano Kirk, anche gli astronomi terrestri stanno cercando i cugini omini verdi. Ma dove conviene cercare civiltà extraterrestri? Le ricerche sono concentrate nella fascia di abitabilità dei sistemi planetari, cioè quella regione in cui le temperature sono tali da permettere la presenza di acqua liquida. Sono stati già trovati diversi pianeti in questa fascia, tre dei quali fanno parte del sistema TRAPPIST-1. In questo sistema ci sono 7 pianeti rocciosi, di dimensioni simili alla Terra, che orbitano ad una stella di classe spettrale M, altrimenti nota come nana rossa. Il problema qui è che le stelle di tipo M sono molto attive: presentano frequenti flare stellari, cioè rilasciano esplosivamente energia magnetica. Inoltre sono molto brillanti quando sono giovani ed il calore rilasciato è sufficiente a bollire gli oceani. In un recente studio è stato proposto di concentrare le ricerche di impronte biologiche in pianeti che orbitano stelle di tipo spettrale K. Queste sono più stabili delle stelle di tipo M, ma hanno comunque una vita molto più lunga rispetto al Sole (che invece è di tipo spettrale G): mentre stelle come il Sole durano circa 10 miliardi di anni, le stelle K hanno una durata compresa tra i 17 ed i 70 miliardi di anni. Quindi la vita avrebbe molto tempo a disposizione per potersi sviluppare.
A presto!

Sara

Spock, il capitano Kirk, il dottor McCoy e Scotty
Rappresentazione artistica di un pianeta nella zona di abitabilità di una stella K (Image credits: NASA)

Gli Abrasax e la Grande Macchia Rossa

Mega ciao!
Una donna delle pulizie di nome Jupiter un bel giorno scoprì di essere la reincarnazione della matriarca della casa Abrasax, una delle più potenti dinastie aliene. La famiglia Abrasax gestisce una delle aziende più redditizie della galassia, che produce un siero della giovinezza. Ma l’ingrediente speciale di questo siero è il DNA degli esseri viventi che abitano pianeti precedentemente inseminati dagli Abrasax. Uno di questi pianeti è la Terra, che Jupiter riceve in eredità in quanto reincarnazione della matriarca, mentre Balem, il figlio maggiore, ha ereditato Giove, nella cui Grande Macchia Rossa troviamo la sede della raffineria degli Abrasax.
Ma cos’è la Grande Macchia Rossa di Giove? E’ un ciclone che dura da più di 300 anni con venti che viaggiano a circa 400 km/h. Questo ciclone è stato osservato con continuità a partire dal 1830. L’astronomo Giovanni Cassini, noto per aver scoperto la divisione tra gli anelli di Saturno che prenderà il suo nome, osservò una macchia, che descrisse come permanente, già a partire dal 1665 ed abbiamo testimonianze dell’osservazione di questa macchia fino al 1713. Non si è sicuri che si tratti della Grande Macchia Rossa in quanto c’è un buco di 118 anni nelle osservazioni. In questo lasso di tempo la macchia osservata da Cassini potrebbe essersi dissolta, lasciando il posto al ciclone che osserviamo ancora oggi. Dall’epoca di Cassini ovviamente le tecnologie sono migliorate e la Grande Macchia Rossa è stata studiata a fondo. La sonda Juno ha prodotto delle immagini spettacolari ed è riuscita a misurarne la dimensione: la Grande Macchia Rossa è larga circa 16350 km, più o meno 1,3 volte la Terra.
A presto!

Sara

La Grande Macchia Rossa ripresa dalla sonda Juno (Image credits: NASA)

Men in Black e la cintura di Orione

Mega ciao!
Alla fine degli anni ’90 il principe di Bel Air si è unito ad un’organizzazione governativa, che aveva il compito di monitorare l’arrivo di turisti alieni sulla Terra, obliviare (scusate il crossover con Harry Potter, ma ci sta troppo bene) gli umani che avevano avvistato dischi volanti e proteggere il nostro pianeta da eventuali attacchi. I Men in Black si imbattono in un caso di sicurezza galattica di grande importanza: degli alieni sono stati uccisi sulla Terra ma, prima di morire, uno di loro riesce a comunicare ad un agente che “la galassia è sulla cintura di Orione”.
Orione è una delle costellazioni più belle del cielo. La sua cintura è composta dalle stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka che si trovano rispettivamente ad una distanza di 1260, 2000 e 1200 anni luce. Sia Alnitak che Mintaka fanno parte di un sistema binario, cioè sono legate gravitazionalmente ad un altra stella. La cintura di Orione era ben conosciuta anche in antichità: pensate che le piramidi di Giza sono state disposte in modo da riprodurre l’allineamento delle tre stelle. Ma ci sono galassie nella cintura di Orione? La risposta è no. Adesso starete pensando che anche Men in Black contiene degli errori astronomici. In realtà l’agente J, durante il film dice che non ci sono galassie nella cintura di Orione, ma l’alieno (ATTENZIONE SPOILER) non si riferiva alla costellazione. Orione era il suo gatto!
A presto!

Sara

Le piramidi di Giza e la cintura di Orione

Caronte: la rivincita dei nerd

Mega ciao!
Come avrete ormai capito a noi astronomi/astrofili piacciono molto film e serie tv. Allora quale modo migliore di omaggiare i migliori film e serie fantasy o di fantascienza se non prendere un satellite e dare alle sue regioni nomi presi da essi? Ebbene è stato fatto con Caronte, il satellite più grande di Plutone, che ha una dimensione circa la metà del suo pianeta. Qui gli astronomi si sono proprio scatenati dando alla regione in alto il nome di Mordor, la terra di Sauron, il malvagio signore oscuro che ha forgiato l’anello del potere nelle viscere del Monte Fato #ilsignoredeglianelli. Poi troviamo un cratere dedicato alla mitica Ripley, l’eroina che ha sconfitto la regina aliena, ed una regione dedicata alla sua prima navicella spaziale, la Nostromo #Alien. Abbiamo crateri dedicati alla famiglia Skywalker, perchè non bisogna mai dimenticarsi della forza #StarWars, ed una regione dedicata al Tardis, per ricordarsi di viaggiare nel tempo con stile #DoctorWho. I monti sono dedicati a scrittori e registi di film di fantascienza, Butler, Clarke e Kubrik. Abbiamo riferimenti ai miti greci ed egizi, al capitano Nemo, alla navicella di Firefly e al Mago di Oz. Infine una regione molto grande è affidata ai vulcaniani ed all’equipaggio dell’Enterprise, per ricordarci di esplorare lo spazio portando pace #StarTrek.
Insomma ce n’è per tutti i gusti. Dunque mi raccomando ricordate che: dovete di tanto in tanto aiutare Frodo a distruggere l’anello (“Un anello per trovarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nell’oscurità incatenarli”), che è meglio se trovate un modo per uccidere gli alien da soli perchè “nello spazio nessuno può sentirvi urlare” quindi nessuno verrà a salvarvi, che è meglio non strozzare la gente a distanza #soloDarthVaderpuò, che il Dottore vi aiuterà sempre nel momento del bisogno e che possiamo imparare molto dal buon vecchio Spock!
Che la forza sia con voi o, se preferite, lunga vita e prosperità!
A presto!

Sara

Mappa di Caronte

E.T. e la prima pulsar

Mega ciao!
Siamo negli anni ’80. Un bambino di nome Elliot una sera sente degli strani rumori provenire dal capanno degli attrezzi. Andando ad indagare trova un alieno: E.T. Il piccolo extraterrestre è stato lasciato sulla Terra dalla sua famiglia, che stava cercando di scappare dai membri di un’agenzia governativa americana. Elliot ed E.T. instaurano una bellissima amicizia e il bambino decide di aiutare l’alieno a tornare a casa. Per questo costruiscono una stazione radio in modo che possa chiamare casa.
Dunque abbiamo visto che dalla Terra si può contattare qualcuno nello spazio. E’ mai successo che siano arrivati dei segnali che a prima vista potevano essere attribuibili agli extraterrestri? La risposta è si! Nel 1967 Jocelyn Bell stava lavorando al radiotelescopio perchè stava conducendo uno studio sui quasar. Studiando le registrazioni scoprì un segnale di fondo (vedi immagine) che pulsava con estrema regolarità. Questa sorgente, inizialmente chiamata “Little Green Man” (Piccolo Uomo Verde) in quanto si pensava che l’origine del segnale fosse artificiale, era una pulsar. PSR B1919+21 è stata la prima pulsar ad essere stata scoperta. Ha un periodo di rotazione di 1,337 secondi ed un’età di 16 milioni di anni. Jocelyn ha escluso la provenienza extraterrestre del segnale dopo averne scoperto un altro di simile in un’altra regione della volta celeste. Anche questo si è rivelato essere una pulsar. Cosa sono le pulsar? Sono il risultato della morte di stelle dalle 8 alle 25/30 masse solari. Finito di bruciare tutto il loro carburante le stelle massicce espellono in modo esplosivo gli strati più esterni della loro atmosfera, mentre il nucleo si contrae su sè stesso e va a formare una stella di neutroni (o pulsar). Le pulsar sono stelle che ruotano molto velocemente ed emettono impulsi nel radio con una precisione eccezionale.
Purtroppo anche in questo caso le speranze di chi aspetta una chiamata da E.T. sono state ampiamente deluse.
A presto!

Sara

E.T.
Jocelyn Bell ed il segnale della prima pulsar

Contact ed il progetto SETI

Mega ciao!
Ellie è sempre stata appassionata di trasmissioni radio e, una volta cresciuta, ha cominciato a lavorare per il SETI, il programma di ricerca di vita extraterrestre. Un bel giorno con un radiotelescopio Ellie capta un messaggio proveniente dalla stella Vega, la stella più luminosa della costellazione della Lira, che potrebbe finalmente rispondere alla grande domanda: siamo soli nell’universo?
Il progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) è stato proposto negli anni ’60 da Frank Drake ed è partito ufficialmente nel 1974. Oltre a scandagliare la volta celeste alla ricerca di segnali di origine aliena, gli astronomi del progetto SETI hanno inviato a loro volta messaggi nello spazio nella speranza che ci sia qualcuno in ascolto. Il messaggio più famoso è quello spedito nel 1974 con il radiotelescopio di Arecibo, uno strumento del diametro di 305 metri che si trova a Porto Rico. Il messaggio era in codice binario, cioè composto solo dai numeri zero ed uno messi in sequenza. Se li disponete in righe e colonne vi viene fuori il disegno che vedete nell’immagine qui sotto. Qui troviamo, partendo dall’alto:
– i primi 10 numeri scritti in codice binario;
– i numeri atomici degli elementi fondamentali (idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto e fosforo);
– la composizione chimica degli zuccheri e delle basi azotate che compongono il DNA:
– il disegno della doppia elica del DNA, con al centro una colonna bianca che indica il numero di nucleotidi che lo compongono;
– un uomo stilizzato, con da una parte l’altezza media dell’uomo e dall’altra il totale della popolazione mondiale;
– il disegno del Sistema Solare con evidenziata la Terra, per comunicare ai nostri cugini omini verdi come fare per trovarci;
– il disegno dello strumento con cui è stato inviato il messaggio.
A questo punto vi starete chiedendo se sia già arrivata una risposta. Purtroppo no, dovremo attendere poco meno di altri 50000 anni. Come mai così tanto? Perchè il messaggio è stato inviato verso M13, l’ammasso globulare situato nella costellazione di Hercules a circa 25000 anni luce di distanza da noi.
A presto!

Sara

Il radiotelescopio di Arecibo
Il messaggio di Arecibo