E il Nobel va a… (seconda parte)

Mega ciao!
Qualche giorno fa vi ho parlato delle scoperte fatte da Mayor e Queloz, vincitori insieme a Jim Peebles del Premio Nobel per la Fisica 2019. Questi tre astronomi hanno dato contributi molto diversi in campo astronomico: i primi due hanno studiato i pianeti extrasolari, mentre il terzo ha condotto studi importanti di cosmologia.
Jim Peebles, negli anni ’60, insieme ad alcuni colleghi di Princeton teorizzò l’esistenza della radiazione cosmica di fondo, scoperta poi nel 1964 da Penzias e Wilson, due tecnici della Bell Telephone (che vinsero il Nobel). Ha inoltre dato un notevole contributo alla teria della nucleosintesi primordiale, che spiega come si sono formati gli elementi più pesanti dell’idrogeno dopo il Big Bang. Si pensa che questo processo sia avvenuto nell’intervallo di tempo compreso tra 10 secondi e 20 minuti dopo il Big Bang. Peebles ha dato notevoli contributi allo studio di materia oscura ed energia oscura. Sappiamo infatti che l’universo non è composto solo dalla materia barionica (o ordinaria). Pensate che questa rappresenta solo un misero 4% della composizione dell’universo. Inoltre della materia ordinaria solo l’8% è composto da materia luminosa (cioè visibile), mentre il resto è formato da materia oscura barionica, cioè da gas molto caldo o molto freddo e da stelle morte non più visibili. Il resto dell’universo è composto per il 23% da materia oscura non barionica, cioè formata da particelle di cui non sappiamo assolutamente nulla, e per il 73% da energia oscura. Peebles è stato un pioniere anche nello studio della formazione di strutture cosmiche, cioè lo studio di come si sono formate le galassie, gli ammassi di galassie e le strutture più grandi a partire da piccole fluttuazioni nella densità iniziale. Ha proposto inoltre diversi modelli per spiegare l’universo giovane e la formazione di strutture galattiche.
Geniale!
A presto!

Sara