Nuvole di silicati per il James Webb

Mega ciao!

Benvenuti ad una nuova puntata di “Vedo i dati del James Webb, mi emoziono e piango”. Questo giro vi presento VHS 1256 b, un esopianeta situato a circa 40 anni luce di distanza da noi che sta orbitando attorno a ben due stelle. Il suo periodo orbitale è di circa 10000 anni terrestri. Pensate che Nettuno, il pianeta del Sistema Solare più lontano dal Sole, ha periodo orbitale di appena 164.8 anni. Cos’ha di particolare VHS 1256 b?

Il James Webb ci mostra un’atmosfera molto dinamica, che continua a salire, mescolarsi e muoversi durante il suo periodo di rotazione di 22 ore. In questo modo il materiale più caldo viene spinto verso l’alto, mentre quello più freddo cade verso il basso. Le sue nuvole sono composte da silicati. Inoltre, la variazione della sua luminosità è così drammatica da renderlo l’oggetto di massa planetaria più variabile scoperto fino ad oggi. Lo spettro del James Webb ci mostra la più grande varietà di molecole scoperta in un pianeta al di fuori del nostro sistema. Infatti, sono presenti acqua, metano, monossido di carbonio e anidride carbonica. Nell’alta atmosfera la temperatura raggiunge gli 830°C. Le nuvole contengono grani di polvere di silicati sia piccoli che grandi: i più piccoli dovrebbero essere simili alle piccole particelle presenti nel fumo, mentre i più grandi sono come particelle di sabbia molto piccole e molto calde. Come mai la sua atmosfera è così turbolenta?

Perchè il pianeta è molto giovane: ha solo 150 milioni di anni. So che possono sembrare tanti, ma in astronomia sono un tempo brevissimo. Questo giovincello continuerà a raffreddarsi per miliardi di anni.

A presto!

Sara

Image credits: NASA

Buon Natale

Mega ciao!

In quest’immagine ottenuta dal James Webb Space Telescope potete vedere la galassia NGC 7469, situata a circa 220 milioni di anni luce di distanza. Ha un diametro di circa 90000 anni luce ed è molto luminosa nell’infrarosso. La galassia contiene un nucleo galattico attivo, che rende la regione centrale particolarmente brillante. Questo è dovuto all’accrescimento di gas e polvere sul buco nero supermassiccio. Una delle caratteristiche che saltano subito all’occhio è quella “stella” a sei punte che coincide con il nucleo della galassia. Quella non è una vera stella ma sono dovute ad un effetto artificiale, detto punte di diffrazione, causato dalla presenza del nucleo galattico attivo molto luminoso e non risolto.

Con quest’immagine vi mando Tantissimi Auguri Mega Galattici di Buon Natale!

A presto!

Sara

NGC 7469 (Image credits: NASA/ESA)

Campioni marziani e dove trovarli

Mega ciao!

Il rover Perseverance, ammartato nel cratere Jezero qualche tempo fa, sta continuando le sue operazioni sul Pianeta Rosso. Esattamente ieri ha rilasciato sulla superficie marziana una provetta contenente un campione prelevato il 31 gennaio in una regione del cratere chiamata “South Séitah”. C’è voluta circa un’ora per riuscire a recuperare la provetta dalla camera del lander, visualizzarne un’ultima volta l’interno e rilasciarla con cautela sulla superficie del pianeta. Questa operazione è molto importante perchè fa parte della “Mars Sample Return campaign”, in cui Perseverance rilascerà 17 provette contenenti campioni di terreno e di atmosfera marziana che saranno poi recuperati da una missione futura e inviati sulla Terra per essere analizzati dagli scienziati della NASA. Perchè è stato scelto proprio il cratere Jezero?

Dalle immagini si possono notare un letto di fiume secco che vi entra e uno che ne esce. Di conseguenza un tempo il cratere era completamente ricoperto d’acqua. Questo lo rende l’ambiente ideale per la ricerca di tracce di vita passata o presente. I prossimi anni saranno quindi molto interessanti dal punto di vista astrobiologico. Chissà, forse riusciremo finalmente a rispondere alla domanda che da decenni perseguita la comunità astronomica: c’è o c’è stata vita su Marte?

A presto!

Sara

La prima provetta rilasciata da Perseverance (Image credits: NASA)

JWST, protostelle e getti di materia

Mega ciao!

Vi ricordate l’immagine della nebulosa della Carena ottenuta con il James Webb Space Telescope? Andando ad analizzare alcune delle sue regioni gli astronomi hanno fatto scoperte sensazionali. Ci sono dozzine di getti energetici e flussi di materia provenienti da stelle giovani che erano nascosti da nuvole di polvere. Questo risultato è importantissimo in quanto segna l’inizio di una nuova era nello studio su come si formano stelle simili al Sole e su come la radiazione proveniente da stelle massicce vicine possa influenzare la formazione dei pianeti. Come sono stati individuati i flussi di materia?

Nelle immagini ottiche del Telescopio Spaziale Hubble erano completamente invisibili. Il James Webb funziona nell’infrarosso e permette di osservare oltre le nuvole di polvere. In particolare, alla lunghezza d’onda i 4.7 microns i flussi vengono evidenziati dall’idrogeno molecolare e hanno dimensioni che possono estendersi fino ad anni luce di distanza dalle loro protostelle. L’idrogeno molecolare è un ingrediente fondamentale per la formazione di nuove stelle ed è un tracciante eccellente delle prime fasi della loro nascita. Parte del materiale viene espulso in getti e flussi lungo l’asse polare della stella nascente, che interagiscono con l’ambiente circostante come degli spazzaneve sulle strade innevate. I getti sono presenti solo in una brevissima fase del processo di formazione stellare, quando la protostella sta accrescendo la sua massa dal materiale situato nei suoi paraggi. Pensate che questa fase va da qualche migliaia a 10000 anni, un periodo molto breve nell’intero processo di formazione stellare che invece dura qualche milione di anni. Il James Webb ci permette quindi di avere una visione più chiara dei processi che si verificano nelle primissime fasi di vita della stella.

A presto!

Sara

Image credits: NASA/ESA

Scontri galattici per il James Webb

Mega ciao!

Bentornati nella valle di lacrime di “Vedo un’immagine ripresa dal James Webb, mi emoziono e piango”. Questo giro il telescopio spaziale ci porta a 500 milioni di anni luce di distanza nella costellazione del Delfino per osservare la strana e caotica forma di due galassie in fusione (#aGokupiacequestoelemento). I due nuclei di II ZW 96 sono collegati da regioni di formazione stellare e i bracci a spirale della galassia in basso sono perturbati dall’interazione gravitazionale. Queste galassie sono particolarmente brillanti nell’infrarosso, con luminosità che superano 100 miliardi di luminosità solari. Osservare la danza dell’interazione e fusione di galassie può darci informazioni preziose sull’evoluzione di questi oggetti.

A presto!

Sara

II ZW 96 (Image credits: NASA/ESA)

Una galassia nana per il James Webb

Mega ciao!

Benvenuti ad una nuova puntata di “Vedo una foto ripresa dal James Webb Space Telescope, mi emoziono e piango”. Qui potete ammirare una parte della galassia nana Wolf-Lundmark-Melotte ripresa dal telescopio spaziale Spitzer (a sinistra) e dal James Webb (a destra). Il confronto tra le due immagini è impressionante e vi fa capire quanto sia importante il James Webb Space Telescope: dove altri telescopi spaziali vedono sorgenti sfocate il James Webb riesce a risolvere una miriade di singole stelle. WLM si trova a quattro passi da casa nostra: solo a 3 milioni di anni luce di distanza. Pare che non abbia subito interazioni con altri membri del Gruppo Locale, quindi è composta da gas povero di metalli, simile a quello da cui sono nate le galassie nell’Universo giovane. Lo studio di questa galassia sarà molto importante perchè permetterà di ricostruire la storia della formazione stellare al suo interno, dalle prime stelle formate fino ai giorni nostri. Infatti, le stelle meno massiccie vivono per miliardi di anni, quindi alcune delle stelle di WLM visibili ancora oggi si sono formate nell’Universo giovane. Sarà quindi interessante saperne di più.

A presto!

Sara

Image credits: NASA

Artemis I: lancio rimandato

Mega ciao!

La partenza di Artemis I, la missione senza equipaggio che farà da trampolino di lancio per il ritorno dell’essere umano sulla superficie della Luna, è stata rinviata ancora. Pare che il lancio avverrà tra il 12 e il 27 novembre. Speriamo sia la volta buona.

Vi ricordo che, fino ad esaurimento posti, sono aperte le iscrizioni al nostro Corso Base di Astronomia Online. Le 8 lezioni si terranno sulla piattaforma Zoom ogni mercoledì sera alle ore 21:00 a partire dal 26 ottobre. Per informazioni scrivetemi su messenger o su whatsapp al numero 3290689207. Per iscrivervi inviate una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 10 ottobre. Siete pronti per partire con noi per questo viaggio spaziale che vi farà lasciare la Terra, attraversare il Sistema Solare e, accelerando a velocità relativistiche, esplorare altre galassie?

A presto!

Sara

Europa come non l’avete mai vista

Mega ciao!

A quanto pare non sono solo le immagini riprese dall’Hubble e dal James Webb a farmi piangere. Adesso ci si mette anche la sonda Juno. Ieri ha fatto un flyby di Europa, che l’ha portata ad appena 352 km dalla superficie ghiacchiata del satellite. Nell’immagine potete vedere una regione situata nei pressi dell’equatore, chiamata Annwn Regio. La sonda ha ripreso un cratere da impatto e un sacco di caratteristiche superficiali molto interessanti, come le evidenti spaccature della crosta ghiacciata. Durante il flyby la sonda ha ottenuto le immagini a più alta risoluzione mai realizzate per questa luna e dati sulla struttura della crosta di ghiaccio, la composizione superficiale, la ionosfera e l’interazione di Europa con la magnetosfera di Giove. Questi sono risultati impressionanti. Volete saperne di più?

Sono aperte, fino ad esaurimento posti, le iscrizioni al nostro Corso Base di Astronomia Online che partirà il 26 ottobre. Per informazioni scrivetemi su messenger o su whatsapp al numero 3290689207. Per iscrivervi inviate una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 10 ottobre.

A presto!

Sara

Europa (Image credits: NASA)

Uno scudo per le Nubi di Magellano

Mega ciao!

La Grande e la Piccola Nube di Magellano sono due galassie satellite della Via Lattea. Si trovano rispettivamente a circa 158000 e 200000 anni luce di distanza da noi. Hanno entrambe delle forme un po’ strane perchè piano piano la Via Lattea se le sta mangiando. Nonostante stiano perdendo materiale a favore della nostra galassia, le due Nubi di Magellano presentano formazione stellare attiva, cioè stanno continuando a formare nuove stelle. Questa è una cosa molto strana, che fino a pochissimo tempo fa risultava totalmente inspiegabile. Un recentissimo studio ha finalmente trovato la soluzione al problema. Le due galassie sono circondate da una corona, un alone diffuso composto da gas caldo che si estende fino a 100000 anni luce oltre il corpo principale di stelle e mezzo interstellare che le forma. Questo gas è elettricamente carico e fa da scudo alle due nubi, impedendo che la loro riserva di gas si disperda nello spazio. L’esistenza della corona era stata prevista dalle simulazioni al computer fatte dagli astronomi, ma ci sono voluti parecchi anni e lo studio di 30 anni di immagini d’archivio per riuscire a scoprirla fisicamente. La corona dovrebbe essere il residuo della nube di gas primordiale che è collassata a formare le galassie miliardi di anni fa. Volete saperne di più?

Sono aperte, fino ad esaurimento posti, le iscrizioni al nostro Corso Base di Astronomia Online in partenza a fine ottobre. Per informazioni scrivetemi su messenger o su whatsapp al numero 3290689207. Per iscrivervi inviate una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 10 ottobre.

A presto!

Sara

Image credits: NASA

Impatto avvenuto

Mega ciao!

Questa è l’ultima immagine ripresa dalla sonda DART prima dell’impatto con Dimorphus, la piccola luna dell’asteroide Didymos. La missione aveva come obiettivo quello di deviare la traiettoria del satellite. Perchè?

Gli asteroidi e le comete potenzialmente pericolosi per la Terra sono tanti. Prima o poi è logico che uno di questi oggetti possa entrare in rotta di collisione col nostro pianeta. Ci serve quindi un piano per evitare l’estinzione.

Lo schianto di DART è avvenuto con successo. Nei prossimi tempi gli astronomi monitoreranno l’orbita di Dimorphus per vedere se la missione sia effettivamente riuscita. Ci si aspetta che l’impatto abbia accorciato l’orbita dell’1%, ovvero 10 minuti.

Vi ricordo che sono aperte, fino ad esaurimento posti, le iscrizioni al nostro Corso Base di Astronomia Online in partenza quest’autunno. Le 8 lezioni si svolgeranno su Zoom ogni mercoledì sera alle ore 21:00 a partire dal 26 ottobre. Per informazioni scrivetemi su messenger o su whatsapp al numero 3290689207. Per iscrivervi inviate una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 10 ottobre.

A presto!

Sara

L’ultima immagine di Dimorphus ripresa dalla sonda DART prima dell’impatto (Image credits: NASA)