Pianeti adolescenti

Mega ciao!

Grandi notizie da Tess! Il telescopio spaziale, lanciato nel 2018, che ha la missione di cercare pianeti extrasolari con il metodo dei transiti ha confermato la scoperta di altri due pianeti! Ad oggi il conto sale quindi a 4217 candidati e 131 pianeti confermati. Ma ricapitoliamo. Come funziona il metodo dei transiti?

In pratica il telescopio spaziale monitora continuamente la luce di una miriade di stelle. Nel caso in cui ci siano uno o più pianeti e se le loro orbite si trovano lungo la nostra linea di vista (o un po’ inclinate, ma occhio che l’angolo di inclinazione dev’essere piccolissimo) allora passeranno in mezzo tra noi e la loro stella. Quindi li vediamo? No. Quello che possiamo osservare è una diminuzione della luminosità della stella, caratterizzata da una curva di luce dalla tipica forma ad U. La diminuzione di luminosità avviene periodicamente, visto che i pianeti continuano ad orbitare attorno alle proprie stelle. Per capire meglio come funziona, basta che pensiate a quando dalla Terra vediamo i pianeti interni, cioè Mercurio e Venere, transitare davanti al Sole. Quello che osserviamo è il pallino nero di questi due pianeti percorrere tutto il disco solare. Di conseguenza, durante questi eventi, la luce che ci arriva dal Sole diminuisce. Nel caso dei pianeti extrasolari succede esattamente la stessa cosa. L’unica differenza è che le stelle sono talmente lontane che le vediamo come sorgenti puntiformi, quindi non possiamo vedere il pallino del loro pianeta che attraversa il loro disco. L’evento è visibile solo nella curva di luce. Detto questo, torniamo alle due nuove scoperte. Cos’hanno di particolare?

I due nuovi pianeti, orbitanti rispettivamente attorno alle stelle TOI 2076 e TOI 1807, sono considerati dei pianeti adolescenti. Si trovano infatti in una fase di transizione nel loro ciclo vitale, in cui non sono più considerati appena nati ma non sono ancora stabili come i pianeti del Sistema Solare. TOI 2076 b e TOI 1807b si trovano a 130 anni luce nelle costellazioni di Bootes e dei Cani da Caccia rispettivamente. Orbitano attorno a due stelle di tipo K, che sono più fredde del Sole, molto giovani: hanno solo 200 milioni di anni. Sono soggette a flare molto più energetici di quelli solari e producon 10 volte più radiazione UV di quanta ne produrranno quando avranno la stessa età che ha il Sole oggi. Inoltre, analizzando il moto delle due stelle è stato scoperto che, anche se non sono legate gravitazionalmente, si sono formate dalla stessa nube molecolare. Il pianeta TOI 2076b è un mini-Nettuniano, con una dimensione 3 volte maggiore di quella della Terra, che orbita attorno alla sua stella in 10 giorni. TOI 1807b invece è grande il doppio della Terra e orbita attorno alla sua stella in sole 13 ore. E’ interessante notare che periodi orbitali così brevi indicano che i due pianeti si trovano molto vicino alle rispettive stelle. Per capirlo basta ricordare la terza legge di Keplero, che dice che il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta attorno alla sua stella è proporzionale al cubo del semiasse maggiore dell’orbita (P2=k*a3). Questo significa che pianeti più interni avranno periodi di rivoluzione più corti. L’esempio migliore ci arriva dal nostro Sistema Solare. Sapete che la Terra orbita attorno al Sole in un anno. Mercurio, il pianeta più piccolo e più vicino al Sole, ci mette solo 88 giorni, mentre Saturno, il signore degli anelli spaziale, impiega ben 10756 giorni. Più vicino è un pianeta alla sua stella più radiazione riceve. TOI 2076b riceve 400 volte più radiazione UV di quella che arriva alla Terra dal Sole. E TOI 1807b? Riceve addirittura 22000 volte più radiazione UV di quella che arriva alla Terra.

A presto!

Sara

Rappresentazione artistica di TOI 1807b (Image credits: NASA)