Quanto siamo nerd Vol. 2

Mega ciao!
Seconda puntata della serie: Quanto siamo nerd!
La sonda New Horizons ha mandato mappe dettagliate di Plutone e Caronte. Quest’ultimo è il satellite più grande del pianeta nano e la sua superficie si è rivelata costellata di crateri, con presenza di canyon e di regioni con colori particolari. Gli astronomi hanno cercato dei nomi provvisori per queste regioni nei migliori film fantasy e di fantascienza. Troviamo una regione denominata Mordor, il regno di Sauron, meta del viaggio di Frodo nel libro “Il signore degli anelli”. Poi troviamo crateri intitolati ai personaggi di Star Wars: i crateri Organa (Leia), Vader (il lato oscuro della forza è molto potente qui) e Skywalker. C’è ovviamente spazio anche per Star Trek a cui sono stati intitolati i crateri Kirk, Spock, Uhura, Sulu e Clarke e la piana Vulcan. E come dimenticare Alien? Alla navicella Nostromo è stata intitolata una regione, mentre alla mitica Ripley è toccato un cratere. Ai signori del tempo di Doctor Who vanno invece il cratere Tardis e Gallifrey Chasma.
Insomma ce n’è per tutti i gusti!
Restate con noi per la terza puntata di “Quanto siamo nerd!”
A presto!

Sara

 

L’Elmo di Thor

Mega ciao!

La settimana scorsa è uscito il film “Thor: Ragnarok” e, dato che noi astronomi/astrofili siamo un po’ nerd, festeggiamo con questa fantastica immagine della nebulosa Elmo di Thor. Situata a 12000 anni luce di distanza, ha una dimensione di 30 anni luce ed è alimentata da una stella Wolf-Rayet pronta ad esplodere in una supernova.
Restate con noi per altre immagini spaziali nerd 😉

Sara

Uno, due, tre…libera!

Mega ciao!
Ultime da Marte! La NASA aveva pensato di mettere una base umana sulla sua luna più grande, Phobos, dalla quale gli astronauti avrebbero manovrato i robot presenti sulla superficie di Marte. Ma c’è un problema! Sembra che le tempeste solari carichino elettricamente la superficie di Phobos. Anche se la carica non sembra sufficientemente alta da essere dannosa per gli astronauti, è abbastanza alta da provocare danni alle apparecchiature elettroniche. Quindi la NASA dovrà trovare un’altra soluzione…L’immagine è stata ripresa dalla Mars Reconaissance Orbiter.
A presto!

Sara

Fuuuuu-sioooooo-neeeeee!

Mega ciao!

E’ arrivata una grande scoperta astronomica. Sono state rivelate le onde gravitazionali provenienti dalla fusione di due stelle di neutroni! Le stelle di neutroni si originano dalla morte di stelle dalle 8 alle 25-30 masse solari. Quando hanno finito di bruciare tutto il loro carburante queste stelle massicce espellono gli strati esterni della loro atmosfera in un’esplosione in supernova. Quello che resta al centro della nube di gas è una stella morta, detta stella di neutroni. Quest’oggetto può trovarsi in un sistema binario legato ad un’altra stella di neutroni. Orbitando l’una attorno all’altra le due stelle perdono energia sotto forma di onde gravitazionali. Questo le fa avvicinare sempre di più, fino a che non si fondono tra loro. Durante la fusione parte della massa del sistema viene trasformata in energia che viene emessa nello spazio in un impulso potente di onde gravitazionali. Grazie alle osservazioni combinate di VIRGO e LIGO è stato possibile individuare la fetta di cielo da cui proveniva il segnale. La zona è stata poi esplorata con i telescopi ottici e con i radiotelescopi per individuare la posizione esatta della sorgente. Così è stata ottenuta la prima immagine ottica di una sorgente di onde gravitazionali! Questa è situata nella galassia NGC 4993 a circa 130 milioni di anni luce di distanza.

Perchè è importante questa scoperta? Intanto è un successo perchè ha permesso di osservare per la prima volta la sorgente di onde gravitazionali con rivelatori molto diversi, dando inizio all’astrofisica “multimessaggio”. In secondo luogo si è visto che l’evento ha prodotto elementi pesanti, come l’oro e il platino. Sarà interessante andare a vedere se eventi del genere possono spiegare l’enorme quantità di elementi pesanti presenti sulla Terra e nel Sistema Solare. Inoltre si sa da modelli teorici quale dovrebbe essere l’energia liberata dalla fusione di due stelle di neutroni, quindi possono essere usate come indicatori di distanza andando a confrontare l’energia osservata con quella predetta.

Insomma questo evento ha aperto le porte ad una nuova era nell’astrofisica! Rimaniamo dunque in trepidante attesa delle nuove scoperte (magari l’osservazione di una bella fusione tra un buco nero e una stella di neutroni).

A presto!

Sara

 

Buon compleanno Sputnik

Mega ciao!
Dopo aver celebrato il mitico Kip Thorne, oggi festeggiamo il sessantesimo anniversario del lancio dello Sputnik. Lo Sputnik, lanciato dall’agenzia spaziale sovietica il 4 ottobre 1957, è stato il primo satellite ad arrivare nello spazio terrorizzando gli americani. Infatti all’epoca i rapporti tra le due super potenze non erano dei migliori. Quest’evento spronò gli americani a perfezionare i propri razzi e le proprie navicelle spaziali, scatenando una vera e propria gara per raggiungere obiettivi spaziali che a prima vista sembravano irraggiungibili.
A presto!

Sara

E il Nobel va a….

Mega ciao!
Oggi è una giornata pazzesca! Il mio idolo, il mitico Professor Kip Thorne ha vinto il Premio Nobel per la Fisica 2017! Il premio gli è stato assegnato congiuntamente a Rainer Weiss e a Barry Barish per la scoperta delle onde gravitazionali.
Il Professor Thorne è massimo esperto mondiale di buchi neri, wormhole e onde gravitazionali.
Un genio dell’astrofisica e fonte di ispirazione per tutti i giovani che vogliono intraprendere lo studio dell’infinitamente grande!
A presto!

Sara

Perchè un buco nero?

Mega ciao!
La scorsa volta abbiamo visto che al centro della nostra galassia le stelle si muovono secondo orbite ellittiche attorno ad un punto in cui non vediamo niente. Dai parametri orbitali si è trovato che la massa all’interno dell’orbita è di 3 milioni e 610 mila masse solari. Ma perchè diciamo che è un buco nero anzichè un ammasso di stelle che per qualche motivo non riusciamo a vedere? Supponiamo che all’interno dell’orbita sia presente un ammasso di 3 milioni e 610 mila stelle di una massa solare. In questo caso si trova che il tempo di disgregazione dell’ammasso è compreso tra 10000 e 20000 anni, un tempo brevissimo in confronto alle età dell’Universo e della nostra galassia. Di conseguenza un ammasso del genere non riuscirebbe mai a sopravvivere. Questo porta a concludere che al centro della Via Lattea abbiamo un buco nero super massiccio.
A presto!

Sara

Orbite attorno al centro della Via Lattea

Mega ciao!
La scorsa volta vi avevo detto che c’è un buco nero super massiccio al centro della Via Lattea. Ma come si fa a sapere che c’è se non si riesce a vederlo? Gli astronomi hanno osservato le stelle vicine al centro della nostra galassia e hanno visto che si muovevano in modi a prima vista un po’ strani. Andando ad ingrandire questa zona e con gli anni di osservazione hanno scoperto che il modo in cui si muovono non è affatto strano: compiono delle orbite ellittiche attorno ad un punto in cui non si vede niente. In particolare la stella denominata S2 orbita in 15,2 anni attorno a questo punto, con un pericentro situato a 17 ore luce ed un apocentro a 5,5 giorni luce. In base ai parametri orbitali hanno determinato che la massa all’interno dell’orbita è di 3 milioni e 610 mila masse solari. Ma non potrebbe trattarsi di stelle troppo deboli per essere viste?
Lo scopriremo nella prossima puntata.
A presto!

Sara

Un buco nero super massiccio

Mega ciao!
Sapete cosa c’è al centro della Via Lattea? Un fantastico buco nero super massiccio di nome Sgr A*. Situato nella costellazione del Sagittario a circa 26000 anni luce di distanza, ha una massa di circa 3 milioni e 610 mila masse solari. Insomma è bello grosso! L’immagine qui sotto è stata ricavata da una sovrapposizione dei dati infrarossi (in rosso e giallo) dell’Hubble Space Telescope con i dati X (in blu) del Chandra X-ray Telescope. Ma se i buchi neri sono neri ovviamente non si vedono nel nero del cielo. Allora come facciamo a sapere che ci sono?
Lo scopriremo nella prossima puntata!
A presto!

Sara

Il divoratore di luce

Mega ciao!

Il telescopio spaziale Hubble ha permesso di osservare un pianeta extrasolare alquanto bizzarro. Si chiama WASP-12b ed invece di riflettere la luce proveniente dalla sua stella se la mangia, anzi la divora. Infatti il pianeta assorbe circa il 94% della luce che gli arriva e quindi appare di colore nero, come una strada appena asfaltata. Il pianeta è di tipo gioviano ed è talmente caldo che le molecole non riescono a sopravvivere in atmosfera. La luce arriva quindi negli strati più bassi dell’atmosfera, viene poi assorbita quasi totalmente dall’idrogeno e convertita in calore. Questa scoperta ha lasciato di stucco gli astronomi che non si aspettavano di trovare un pianeta del genere, in quanto di solito i pianeti gioviani riflettono circa il 40% della luce proveniente dalla loro stella.

A presto!

Sara