Mega ciao!

Vi siete mai chiesti quanti pianeti abitabili potrebbero esserci nella nostra galassia? Questa è una domanda a cui gli astronomi stanno lavorando da quando, all’inizio degli anni ’90, è stato scoperto il primo pianeta extrasolare, cioè il primo pianeta orbitante attorno ad una stella diversa dal Sole. All’inizio gli esopianeti scoperti erano per la maggior parte giganti gassosi, perchè essendo più grandi di quelli terrestri sono più facili da rivelare. Con l’avanzare delle tecnologie sono state affinate tecniche che hanno permesso di scoprire un sacco di pianeti terrestri. Inoltre, sono state dedicate intere missioni alla ricerca di pianeti extrasolari, in particolare a quelli situati nella fascia di abitabilità del loro sistema planetario. Cos’è la fascia di abitabilità? E’ quella regione di un sistema planetario in cui le temperature sono tali da permettere la presenza di acqua liquida. Perchè cercare pianeti in questa particolare regione? Semplice: l’acqua liquida è indispensabile per la vita come la conosciamo qui sulla Terra, quindi si pensa che i pianeti situati nella fascia di abitabilità abbiano una più alta probabilità di ospitare la vita. La NASA ieri ha pubblicato i risultati di una ricerca molto interessante. E’ stato stimato che nella nostra galassia ci siano 300 milioni di pianeti potenzialmente abitabili, che almeno quattro si trovino entro 30 anni luce di distanza dal Sole e che il più vicino si trovi a circa 20 anni luce da noi. Insomma, è proprio dietro l’angolo! Questo studio è stato pubblicato dagli astronomi della missione Kepler, il telescopio spaziale che, qualche anno fa, sondava il cielo alla ricerca di pianeti extrasolari utilizzando il metodo dei transiti. Precedentemente era stato annunciato che nella nostra galassia ci sono più pianeti che stelle, quindi miliardi tra giganti gassosi e pianeti rocciosi. Il nuovo studio si è focalizzato su esopianeti con un raggio pari a 0.5-1.5 volte quello terrestre, in modo da selezionare solo pianeti rocciosi, e su stelle con temperature ed età simili a quelle del Sole. I dati di Kepler sono stati combinati con quelli di Gaia per ottenere maggiori informazioni sull’abitabilità dei pianeti. Gaia permette infatti di ottenere informazioni riguardo la quantità di energia che arriva sul pianeta dalla stella. I dati ottenuti hanno evidenziato l’enorme diversità tra le stelle e i sistemi planetari della nostra galassia. I risultati devono però tenere conto del fatto che l’atmosfera di un pianeta influisce sulla quantità di luce necessaria per la presenza di acqua liquida su un pianeta. Tenendo conto degli effetti atmosferici si stima che il 50% delle stelle simili al Sole hanno pianeti rocciosi in grado di ospitare acqua liquida sulla loro superficie. Quanti di questi pianeti sono abitati? Prima o poi lo scopriremo!

A presto!

Sara

Rappresentazione artistica di Kepler 452B (Image credits: NASA)