Teschi spaziali

Mega ciao!

Pronti per la notizia di ieri pubblicata dall’Agenzia Spaziale Europea?

Vi ricordate della missione Rosetta? Qualche anno fa è andata ad esplorare la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, un oggetto che dalle immagini del Telescopio Spaziale Hubble sembrava bello, liscio e regolare. Una volta arrivata sul posto invece la sonda si è trovata davanti un gigantesco bagigio spaziale #aDumbopiacequestoelemento. Questo ha complicato un po’ le cose perchè Rosetta era dotata di un piccolo lander, Philae, che doveva atterrare ed esplorare la cometa. Dopo aver mappato per bene la superficie della 67P, gli astronomi hanno selezionato la regione perfetta per l’atterraggio. Rosetta ha sganciato Philae, che ha cominciato la sua discesa verso la cometa, ha toccato il suolo e…è rimbalzato per un malfunzionamento degli arpioni che dovevano ancorarlo alla superficie. Dopo due rimbalzi che hanno fatto perdere 10 anni di vita a tutti gli astronomi (da notare che questa stima rappresenta solo un limite inferiore) Philae è atterrato, con una zampa per aria e…in un crepaccio, all’ombra. Qual è il problema? Philae funzionava a batterie solari (lo sentite l’eco proveniente dalle teste degli astronomi che sbattono addosso al muro?). Il fatto che una delle zampe era per aria ha complicato ulteriormente le cose: provare a spostare Philae significava rischiare di farlo finire a zampe all’aria, senza più nessuna possibilità di salvare il salvabile. Dunque dopo poco più di 60 ore, cioè il tempo rimasto alle batterie, Philae si è addormentato.

A giugno dell’anno successivo la cometa, avanzando lungo la sua orbita, ha esposto alla luce solare il crepaccio. Philae, baciato dalla luce del Sole, si è risvegliato come la bella addormentata nel bosco. E’ riuscito ad inviare parecchi dati sulla Terra prima di riaddormentarsi definitivamente.

L’ESA ieri ha pubblicato la foto del secondo punto in cui è rimbalzato Philae e devo dirvi che è un’immagine magnifica (la trovate qui sotto). Le impronte lasciate dal piccolo Philae hanno prodotto l’immagine di un teschio sulla vecchissima superficie ghiacciata della cometa. Pensate che quel ghiaccio aveva un’età di miliardi di anni. Questo ha permesso di scoprire che l’interno della cometa è soffice e di stimare la porosità del terreno, cioè quanto spazio vuoto è presente tra i grani di ghiaccio e di polvere. Inoltre si è scoperto che l’interno della cometa è omogene ovunque. Questo significa che i massi sono rappresentativi dell’interno della cometa quando si è formato, circa 4 miliardi e mezzo di anni fa.

La scoperta dell’immagine della regione a teschio è arrivata giusto in tempo per Halloween. Quindi mi raccomando, il 31 ottobre vestite i vostri figli da cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko mettendo ben in evidenza il teschio.

A presto!

Sara

L’immagine del teschio creato dalle impronte delle zampe di Philae (Image credits: ESA)