Mega ciao!
Ieri vi ho detto che ultimamente per noi astronomi ogni giorno è Natale. Ebbene, ci sono giorni in cui Babbo Natale passa due volte. Tipo ieri. Cosa sarà successo?
Sono uscite due grandi notizie: una dall’ESA e una da LIGO. Vi parlo della seconda.
Gli astronomi di LIGO, il rivelatore di onde gravitazionali per cui non ringrazieremo mai abbastanza il grande Kip #sempresialodato, hanno pubblicato il terzo catalogo di sorgenti scoperte. Il catalogo contiene 50 sorgenti di onde gravitazionali, di cui 39 provengono da collisioni di buchi neri o stelle di neutroni. Le 39 sorgenti scoperte corrispondono solo ai primi 6 mesi del terzo ciclo di osservazioni di LIGO e Virgo. I risultati degli ultimi 5 mesi sono ancora in fase di analisi. Il catalogo contiene alcune delle sorgenti più interessanti osservate fino ad oggi. Queste scoperte permettono di capire meglio la distribuzione della popolazione di buchi neri e di stelle di neutroni nel nostro universo. In particolare, analizzando simultaneamente tutte le fusioni di buchi neri si è scoperto che la distribuzione di queste sorgenti non segue una legge di potenza semplice. Misurando le deviazione dalla legge di potenza si può riuscire a capire se il buco nero si sia formato dalla morte di una stella o da una fusione con un altro buco nero. Inoltre si possono studiare i parametri fisici di queste sorgenti, come lo spin, cioè la rotazione. Dall’analisi del catalogo si è scoperto che alcune fusioni di buchi neri hanno uno spin non allineato con il momento angolare orbitale. Lo studio approfondito di questi parametri può dare delle informazioni riguardo alle condizioni in cui il sistema binario si è formato.
Le sorgenti scoperte sono importanti anche per testare la teoria della relatività generale di Einstein, confrontando i dati osservativi con le previsioni teoriche. Inoltre, è stato possibile studiare direttamente le proprietà degli oggetti prodotti da questi fenomeni di fusione, misurandone le vibrazioni. In questo modo LIGO e Virgo hanno confermato che i buchi neri risultanti si comportano secondo le predizioni della teoria della relatività generale di Einstein.
Tutto questo è assolutamente fantastico! Einstein ha formulato la sua teoria della relatività nel 1915, ma all’epoca non c’erano strumenti abbastanza sofisticati per confermare la presenza di buchi neri e onde gravitazionali. A partire dal 2015, con la scoperta del primo segnale da parte di LIGO, le osservazioni di onde gravitazionali si sono susseguite portando a definire con precisione i parametri delle sorgenti. Tra fusioni di buchi neri, stelle di neutroni e di un buco nero con una stella di neutroni la teoria della relatività di Einstein ha trovato una conferma dietro l’altra.
Tra qualche anno è previsto il lancio LISA, il rivelatore di onde gravitazionali di nuova generazione che sarà posto nello spazio. Tra i suoi obiettivi principali troviamo l’osservazione dei buchi neri primordiali, delle fusioni di buchi neri di massa intermedia e quelle di buchi neri supermassicci. Restate sempre collegati perchè nei prossimi anni ne vedremo delle belle!
A presto!
Sara