Sfiorando il Sole

Mega ciao!

Prima di tornare alla soluzione dell’astroquiz 42 (ci manca ancora da analizzare come gli ammassi globulari possono essere utilizzati per misurare la distanza di una galassia) voglio portarvi verso la nostra stella.

Due giorni fa Parker Solar Probe ha lasciato un segno indelebile nello studio del Sole, diventando la prima sonda ad entrare nella sua corona, la parte più alta dell’atmosfera solare visibile durante le eclissi totali. La nostra stella ovviamente non ha una superficie solida, ma è composta da gas (soprattutto idrogeno ed elio). Nel nucleo avvengono le reazioni di fusione nucleare, con cui quattro atomi di idrogeno vengono fusi in un atomo di elio. Perchè queste reazioni possano avvenire sono necessarie temperature estremamente elevate (si parla di milioni di gradi). Man mano che ci allontaniamo dal nucleo le temperature si abbassano. Questo gradiente è fondamentale per il trasporto di calore verso l’esterno. La temperatura della fotosfera solare è di appena 5537.8°C, ma torna a salire nelle regioni più esterne, superando il milione di gradi nella corona. Parte delle particelle del Sole vengono espulse tramite il vento solare, in quanto a grande distanza dal nucleo la forza di gravità e il campo magnetico sono troppo deboli per trattenerle. Il punto che segna la transizione tra l’atmosfera e il vento solare è chiamato superficie critica di Alfvén. Le particelle che attraversano questo punto danno il via al vento solare e trascinano il campo magnetico in giro per il nostro sistema planetario. Grazie alla Parker Solar Probe oggi sappiamo che la superficie critica di Alfvén si trova a circa 18.8 raggi solari, cioè circa 13 milioni e 76 mila chilometri. La sonda è passata più volte dentro e fuori la corona, scoprendo che non ha la forma di una sfera liscia e regolare, ma presenta picchi e valli. Determinare da dove arrivano queste protusioni ci aiuterà a capire come gli eventi sul Sole influenzano l’atmosfera e il vento solare. La sonda è scesa fino a 15 raggi solari ed è passata attraverso una struttura chiamata pseudostreamer, una struttura massiccia che sale dalla superficie solare ed è visibile durante le eclissi. Passare attraverso questa pseudostramer è stato come trovarsi nell’occhio di un ciclone. In questa regione il campo magnetico è abbastanza forte da dominare i movimenti delle particelle e, di conseguenza, si trova all’interno della superficie di Alfvén. La sonda continuerà a spiraleggiare vicino al Sole e raggiungerà una distanza di appena 8.86 raggi solari. Ci aspettiamo un sacco di scoperte interessanti!

A presto!

Sara

Flussi coronali (Image credits: NASA)