Un grande balzo in avanti per la tecnologia

Mega ciao!
Ogni volta che viene spedita una sonda/astronave nello spazio c’è sempre chi scrive papiri sul fatto che non ha senso “sprecare” miliardi di dollari in missioni spaziali. Che tutti questi soldi potrebbero essere utilizzati per migliorare la vita sulla Terra. Però forse non sapete che proprio gli sforzi che sono serviti per queste missioni hanno apportato un notevole miglioramento tecnologico sia nella vita di tutti i giorni che in campo medico. Restando in ambito delle missioni Apollo di cui abbiamo parlato ieri, la tecnologia utilizzata per portare l’uomo sulla Luna ha avuto una gran bella ricaduta qui sulla Terra. Per esempio, la tecnologia dell’Apollo è stata utilizzata per sviluppare un macchinario per la dialisi migliore, con cui il paziente ha più libertà di movimento e viene risparmiata energia elettrica. Uno dei sistemi che servivano per controllare il flusso di propellente nel motore del Saturno V è stato utilizzato anche per gli Space Shuttle. Inoltre, grazie ad esso, è stato sviluppato un sistema medico programmabile, progettato in modo tale da iniettare automaticamente medicinali nel corpo (ad es. insulina). Un altro sistema prodotto in campo medico grazie alla tecnologia delle navicelle Apollo è il pacemaker ricaricabile, un dispositivo impiantato nel torace che serve per tenere sotto controllo le anomalie cardiache.
Le missioni Apollo hanno permesso di creare degli strumenti per l’utilizzo dell’energia rinnovabile: i pannelli solari. Questi, oltre ad essere utilizzati per fornire energia alle case ed ai lampioni, vengono impiegati anche in scala più piccola nelle calcolatrici ed in ambito spaziale come sistema di alimentazione della ISS.
Questi sono solo alcuni dei progressi fatti solamente grazie alle missioni Apollo. Le nuove missioni spaziali, oltre a fornire una grandissima quantità di scoperte scientifiche, continuano a fornire tecnologia che viene applicata nella vita di tutti i giorni. Nei prossimi post andremo a vedere quali sono queste nuove tecnologie.
A presto!

Sara

Apollo landing site

Mega ciao!
Ogni tanto, dopo aver tenuto lezioni o conferenze, mi capita di trovarmi a dover rispondere ad affermazioni del tipo “Tanto non siamo mai stati sulla Luna…l’uomo non è mai uscito dalle fasce di Van Allen”. Ebbene, sulla Luna ci siamo stati! A partire dal 20 luglio 1969 ben sei navicelle Apollo sono atterrate con successo, portando 12 astronauti americani a passeggiare sulla superficie del nostro satellite. I primi due sono quelli di cui si ricordano tutti: Neal Armstrong e Buzz Aldrin. In molti dicono che è stata tutta una montatura, che l’ombra della bandiera non si vede (beh guardate meglio perchè c’è!) e che il distacco tra la superficie della Luna e il nero del cielo è troppo netto (si chiama distorsione visiva ed è dovuta al fatto che la Luna non ha un’atmosfera. Anche la vista degli astronauti aveva questo problema, motivo per cui nei rover lunari veniva montato un GPS per permettere agli astronauti ritrovare il LEM). Sapete qual è la cosa fantastica dell’assenza di un’atmosfera? Manca l’erosione da parte degli agenti atmosferici quindi i crateri si mantengono intatti dalla loro formazione (miliardi di anni fa) e le impronte lasciate dagli astronauti non vengono cancellate. Nel 2012 la sonda Lunar Reconnaissaince Orbiter è andata ad orbitare attorno alla Luna ed ha fotografato le zone di atterraggio delle navicelle Apollo (nella foto vedete quella dell’Apollo 11). Inutile dire che c’è ancora tutto: il modulo di discesa del LEM, che ha permesso agli astronauti di scendere sulla Luna,il PSEP, cioè il rilevatore di attività sismica, LRRR, un esperimento che permette la costante misurazione della distanza Terra-Luna. Inoltre se notate ci sono delle strisce un po’ più scure che vanno dal modulo di discesa al cratere a destra, al PSEP e all’ LRRR. Sapete cosa sono? Le impronte degli astronauti.
Concludo dicendovi un’ultima cosa e dandovi un consiglio.
Nell’era di internet è facile trovare blog di chi grida al complotto per qualsiasi cosa: dalla Terra piatta alle scie chimiche, dal “Non siamo mai stati sulla Luna” a “L’Australia non esiste”. Se volete notizie affidabili cercate i siti della NASA, dell’ESA, dei vari osservatori sparsi in giro per il mondo, dei gruppi astrofili seri oppure andate in biblioteca e leggete!
A presto!

Sara

L’evaporazione di un pianeta

Mega ciao!
E’ stato di recente scoperto un nuovo pianeta extrasolare: GJ 3470b. Questo è un oggetto veramente molto simpatico ed interessante. Infatti è un pianeta di tipo nettuniano caldo, con una temperatura di circa 900°C, una massa di circa 13,7 masse terrestri e che la cui orbita ha un semiasse maggiore di 0,03 unità astronomiche, cioè è molto vicino alla sua stella, anzi più vicino di quanto lo sia Mercurio al Sole). La cosa bizzarra di questo pianeta è che sta evaporando, cioè sta perdendo parte della sua atmosfera nello spazio. Il gas perso forma una gigantesca bolla per poi disperdersi nello spazio. La perdita di materiale sembra sia causata dalla radiazione della stella che scalda le particelle dell’atmosfera talmente tanto che queste raggiungono la velocità di fuga. Gli astronomi hanno stimato che nel corso della sua vita il pianetà ha perso più del 35% della sua massa e continuerà a perderne. Di conseguenza si trasformerà in un mini-Nettuniano o in una super Terra.
A presto!

Sara

L'immagine può contenere: notte e cielo

C’è acqua su Bennu!

Mega ciao!
Non ci crederete, ma un fenomeno ha lanciato una nuova teoria: la Terra ha la forma di una ciambella (a Homer Simpson piace moltissimo questo elemento). Li sentite anche voi Eratostene, Copernico, Keplero, Einstein, Hawking e tutti i più grandi scienziati del passato rivoltarsi nella tomba? Dopo questa notizia che vi avrà sicuramente strappato una risata disperata/isterica passiamo a cose serie. Tempo fa vi avevo parlato della partenza della sonda OSIRIS-REx, la prima sonda destinata ad andare su un asteroide, raccoglierne un campione e tornare sulla Terra in modo che gli scienziati della NASA possano analizzarlo. Ebbene la sonda è arrivata in prossimità di Bennu (qui sotto l’immagine realizzata dalla NASA) e ha fatto una scoperta eccezionale: ha trovato tracce di molecole contenenti idrogeno ed ossigeno legati tra loro. In particolare sembra che l’argilla, che forma la zona analizzata dallo spettrometro della sonda, contenga acqua! Bennu è troppo piccolo per poter ospitare acqua liquida, ma pare che il corpo più grande da cui si è formato ne avesse. Questo rende l’asteroide molto interessante e potrebbe permetterci di capire come si sono formate e che composizione chimica avevano le prime sostanze volatili ed organiche all’interno del Sistema Solare. Il rientro della sonda è previsto per il 2023 e ci aspettiamo delle scoperte sensazionali.
A presto!

Sara

Image credits:  NASA/Goddard/University of Arizona

Voyager 2 esce dall’eliosfera

Mega ciao!
Scusate l’assenza ma sono persa nei meandri della fisica quantistica. Vi avevo promesso una serie di post per fornirvi le prove scientifiche del fatto che la Terra non è piatta. Questi post arriveranno prossimamente.
Oggi parliamo della sonda Voyager 2. Ieri è arrivata la notizia dalla NASA che la sonda ha finalmente lasciato l’eliosfera, cioè quella bolla protettiva creata dal campo magnetico solare. Ci sono giornali che stanno dicendo che, per questo motivo, la Voyager 2 ha lasciato il Sistema Solare: NON E’ VERO!!! La sonda si trova ancora ben all’interno del nostro sistema, a soli 18 miliardi di chilometri di distanza dalla Terra! Questo significa solo che comunicare con la sonda è un po’ complicato: ci vogliono circa 16 ore e mezza perchè un segnale proveniente dalla Voyager arrivi sulla Terrra e altre 16 ore e mezza perchè un comando digitato dal centro di controllo arrivi alla sonda.
I confini del Sistema Solare invece vengono posti al termine della Nube di Oort, cioè una regione in cui sono presenti le comete che si estende da circa 1000 unità astronomiche di distanza dal Sole a circa 100 mila unità astronomiche. L’unità astronomica è definita come la distanza tra la Terra ed il Sole, che è di circa 150 milioni di chilometri. Quindi se volete fare le dovute conversioni, per capire a quanti chilometri corrisponde il confine esterno della nube di Oort, vi basterà moltiplicare 100 mila unità astronomiche per 150 milioni di chilometri: risultano circa 15 mila miliardi di chilometri. La Voyager 2 ci metterà circa 300 anni per arrivare all’inizio della nube di Oort e circa 30 mila anni per raggiungerne il confine ed uscire finalmente dal Sistema Solare.
A presto!

Sara

 

Immagine della NASA

Complottismo ed ignoranza spaziale

Mega ciao!
Ultimamente mi è capitato di leggere e sentire cose che voi umani non potete neanche immaginare! Tra queste ci sono le classiche teorie del complotto che dicono che non siamo stati sulla Luna e che è assurdo pensare ad un viaggio su Marte dato che “l’uomo deve ancora trovare il modo di uscire dalle fasce di Van Allen”. Ovviamente c’è chi sostiene che l’Australia non esiste (se leggendo sentite rumori sinistri probabilmente è il suono della mia testa che sbatte contro il muro). Adesso tenevi forte, perchè non ci crederete mai: c’è chi sostiene che la Terra sia piatta e che le immagini della NASA siano tutte photoshoppate. Se provate a cercare trovate post di studenti che vogliono fare la tesina del liceo portando “prove” filosofiche e religiose inconfutabili a sostegno di questa teoria e sono sicuri di poter convincere i professori che “hanno passato tutta la vita ad insegnare cose sbagliate”.
Io non ho parole e scommetto neanche voi! Comunque per gettare un po’ di chiarezza su questi argomenti nei prossimi giorni andremo a vedere i problemi di questa teoria, ad analizzare le PROVE SCIENTIFICHE riguardanti la sfericità della Terra e vedremo come possono essere confutate le teorie del complotto.
A presto!

Sara

Grazie!

Mega ciao!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato alla conferenza ieri sera! Eravate in tanti e spero che vi siate divertiti
Il prossimo appuntamento sarà venerdì 16 novembre alle ore 21:00 presso lo spazio espositivo del Lanificio Conte, per la conferenza dal titolo “Astrobiologia: dagli estremi terrestri alla ricerca di vita aliena” tenuta dalla nostra Dott.ssa Francesca Dal Pozzolo! Sarà un evento da non perdere!
Vi aspettiamo numerosi!

Sara

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Nuvoloso con possibilità di pioggia saturniana

Mega ciao!
Vi ricordate della mitica sonda Cassini che è andata ad esplorare Saturno, i suoi satelliti e il suo sistema di anelli? La sonda ha cessato la sua attività l’anno scorso, ma i dati raccolti sono talmente tanti che gli scienziati li stanno ancora elaborando e stanno continuando a scoprire cose nuove, interessanti e talvolta bizzarre. Una delle ultime notizie saturniane è che sul pianeta piove! Piove?!!! Cosa?!! Le piogge sono molto particolari: sono formate da composti organici intrappolati in piccoli granelli d’acqua. Tra i composti troviamo metano, ammoniaca, monossido di carbonio, anidride carbonica ed azoto. Questi hanno una composizione diversa dai composti trovati su Encelado e Titano, dunque sembra proprio che nel sistema di Saturno sia presente una terza riserva di composti organici. Dove si trova questa riserva? Bella domanda!
Se volete saperne di più riguardo alla missione Cassini e al secondo pianeta gigante del nostro Sistema Solare, vi aspetto il 19 ottobre alle ore 21:00 allo spazio espositivo del Lanificio Conte per la conferenza dal titolo “Saturno: il Signore degli Anelli Spaziale”.
A presto!

Sara

Immagine ripresa dalla sonda Cassini.

Grazie al bolide e a tutti voi!

Mega ciao!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato all’osservazione ieri sera. Purtroppo le nuvole ci hanno perseguitati per tutta la serata quindi siamo riusciti a vedere ben poco. Per fortuna noi astrofili abbiamo sempre il piano B: se è nuvolo vengono proiettate delle immagini astronomiche all’interno della cupola e teniamo delle mini conferenze.
Ci tengo a ringraziare anche il mega bolide luminosissimo che è passato proprio davanti alla fenditura della cupola nell’esatto momento in cui stavamo guardando fuori! Grandissimo!
Vi ricordo che la prossima apertura dell’osservatorio sarà sabato 18 agosto dalle ore 21:00. Di nuovo, in caso ci sia molta affluenza bisognerà avere un po’ di pazienza per entrare in cupola in quanto ci stanno massimo 17 persone alla volta. In caso le nuvole perseguitino ancora la nostra serata le mini conferenze astronomiche sono pronte quindi riuscirete lo stesso ad ampliare le vostre conoscenze spaziali.
Vi aspettiamo numerosi!

Sara