Touchdown!

Mega ciao!

Sono passati 2 Sol e qualche ora dall’ammartaggio di Perseverance. Dopo quasi 7 mesi di viaggio la sonda è arrivata su Marte, ha cominciato la discesa in atmosfera, ha dispiegato il paracadute e, con una precisione pazzesca, ha toccato il suolo nel cratere Jezero. I minuti che hanno preceduto l’ammartaggio sono stati ricchi di tensione. Potevano andare storte un sacco di cose: la sonda sarebbe potuta esplodere all’entrata in atmosfera, si sarebbe potuta schiantare per un malfunzionamento del paracadute, sarebbe potuta finire in una zona diversa da quella prevista per l’ammartaggio (Philae insegna che questo può succedere e che puoi rimbalzare diverse volte, finire in un crepaccio al buio e con una zampa per aria #maiunagioia) e i contatti si sarebbero potuti perdere una volta toccato il suolo. Fortunatamente è andato tutto bene e Perseverance ha cominciato subito ad inviare immagini! Nei prossimi mesi se ne andrà a spasso per il cratere Jezero a raccogliere campioni di terreno da analizzare. Cosa scoprirà? Secondo me tantissime cose interessanti, che ci porteranno ad una migliore comprensione del Sistema Solare e della nostra Terra.

A presto!

Sara

La prima immagine ad alta risoluzione del suolo marziano ripresa da Persevarance (Image credits: NASA)

Pronti per l’ammartaggio?

Mega ciao!

Siete tutti pronti per l’ammartaggio? Oggi Perseverance arriverà su Marte e ammarterà nel craterer Jezero, dove raccoglierà dei campioni di terreno da analizzare. Il cratere Jezero è stato scelto in quanto un letto di fiume secco vi entra e uno ne esce, quindi un tempo era pieno d’acqua. Le condizioni potrebbero essere state ideali per lo sviluppo della vita. Perseverance cercherà tracce di vita presenti e/o passate. Se riuscisse a trovare qualcosa ci porterebbe più vicini a capire come si è sviluppata la vita sulla Terra. La NASA vi porterà verso l’ammartaggio con una serie di dirette che vi accompagneranno tutto il giorno. Per seguire gli eventi collegatevi al link qui sotto!

A presto!

Sara

https://www.nasa.gov/multimedia/nasatv/index.html#public

Europa Clipper

Mega ciao!

Finalmente oggi alle 17:00 partirà il Corso Avanzato di Astronomia online! Ma tornando a notizie astronomiche: avete sentito l’ultima novità della NASA? Hanno comunicato che la missione Europa Clipper partirà nel 2024. La sonda ha come obiettivo l’esplorazione di Europa, uno dei satelliti galileiani, e dovrebbe arrivare nel sistema gioviano nel 2030. Europa è molto interessante perchè ha dei geyser che eruttano materiale dalle spaccature presenti nella crosta ghiacciata. Sappiamo che sotto il ghiaccio è presente un’oceano d’acqua. Che ci sia anche la vita? Chissà! Forse lo scopriremo nel 2030!

A presto!
Sara

Perseverance verso Jezero

Mega ciao!

Tra poco più di un mese la sonda Perseverance arriverà su Marte. Dopo essere ammartata nel cratere Jezero raccoglierà campioni di terreno e lascerà in giro le provette perchè vengano recuperate da altre missioni. Perchè è stato scelto proprio questo cratere? C’è un letto di fiume secco che vi entra e uno che ne esce. Quindi una volta il cratere era pieno d’acqua ed è probabile che ci fosse vita. Magari Perseverance riuscirà a trovare tracce di vita presente o passata.

A presto!

Sara

Mappa del cratere Jezero (Image credits: NASA)

Un pianeta in un sistema stellare triplo

Mega ciao!

Nella costellazione del Cigno a circa 1800 anni luce di distanza è stato scoperto un pianeta gigante gassoso. KOI-5Ab è stato notato per la prima volta nel 2009 grazie alla missione Kepler, ma i suoi parametri erano difficili da comprendere quindi il suo studio è stato accantonato. Oggi grazie ai dati di TESS e di alcuni telescopi terrestri la sua presenza è stata confermata. Sapete qual è la cosa più entusiasmante? Si trova in un sistema con tre stelle! KOI-5Ab orbita attorno alla stella A, con un periodo di circa 5 giorni. Le stelle A e B orbitano l’una attorno all’altra con un periodo di circa 30 anni, mentre la stella C orbita attorno ad A e B con un periodo di circa 400 anni.

Vi ricordo che sono aperte le iscrizioni al corso avanzato di astronomia. Per iscrivervi mandate una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 3 febbraio. Per ulteriori informazioni chiamatemi al numero 3290689207.

A presto!

Sara

Rappresentazione artistica di KOI-Ab (Image credits: NASA)

La battaglia contro le fake news

Mega ciao!

Il giorno della congiunzione è finalmente arrivato. Se a casa vostra è brutto tempo vi ricordo che dalle 17:00 l’INAF sarà in diretta YouTube per permettervi di seguire l’evento.Ultimamente sono usciti parecchi articoli di giornale che parlano della grande congiunzione di Giove e Saturno, ma alcuni fanno veramente rabbrividire. Vi spiego un attimo un paio di cose, in modo che non abbiate dubbi su cosa vedrete stasera e su altre informazioni di base.

In alcuni giornali ne parlano come della “Stella cometa” di Betlemme. Sebben sia plausibile che l’oggetto seguito dai Re Magi per arrivare alla mangiatoia fossero semplicemente Giove e Saturno in congiunzione, c’è una differenza stratosferica tra una congiunzione di due pianeti e una cometa. Non si assomigliano proprio per niente! Le comete sono corpi rocciosi ricoperti da uno strato di ghiaccio d’acqua, che orbitano attorno al Sole seguendo orbite ellittiche. A volte possono entrare nel Sistema Solare interno, quindi man mano che si avvicinano al Sole sentono più calore e il ghiaccio si scioglie liberando nello spazio le polveri che vi erano intrappolate, che vanno a formare una delle code della cometa. La coda è molto estesa: a volte supera i 150 milioni di chilometri, cioè la distanza tra la Terra e il Sole. Giove e Saturno stasera saranno molto vicini sulla volta celeste a causa di un effetto prospettico, ma non avranno code. Anche se ad occhio nudo i due puntini risulteranno quasi indistinguibili, al telescopio risulteranno comunque ben separati e non ci sarà nessuna scia di polvere a congiungerli! Quindi non aspettatevi le immagini con cui i giornali hanno pubblicizzato l’evento: loro hanno usato foto di comete passate, stasera invece vedremo due pianeti!

Un altro articolo dice che la distanza tra i due pianeti sarà di un decimo di grado “inezia tra le migliaia di milioni di miliardi di trilioni di gradi per i quali spazia la nostra capacità di scrutare l’immensità”. Mi dispiace deludervi ma la volta celeste non è composta da migliaia di milioni di miliardi di trilioni di gradi! Come ogni altro cerchio è composta da 360°!

Un’ultima cosa: la congiunzione di Giove e Saturno non porterà catastrofi sulla Terra nè effetti positivi e non influenzerà le vostre vite. Influenzerà solo l’umore di astronomi e astrofili che si emozioneranno osservando al telescopio questo evento eccezionale o che si arrabbieranno tantissimo se il cielo sarà coperto da nuvole.

A presto!

Sara

Giove (Image credits: NASA)
Saturno (Image credits: NASA)

Il mistero del buco nero mancante

Mega ciao!

Come state? Avete iniziato a preparare i telescopi per la grande congiunzione di Giove e Saturno? Nello sfortunatissimo caso in cui sia brutto tempo vi ricordo che l’INAF sarà in diretta YouTube per permettervi di seguire l’evento.

Nel frattempo però che ne dite di trasformarvi nel detective Conan o, se preferite, nella Signora di Giallo per affrontare un bel mistero spaziale? Nell’immagine qui sotto potete vedere l’ammasso di galassie Abell 2261, situato a circa 2.7 miliardi di anni luce dalla Terra. In rosa troviamo il gas distribuito nell’ammasso (Chandra X-ray Observatory), sovrapposto alle immagini ottiche. Al centro dell’ammasso c’è un’enorme galassia ellittica. Dalle stime ottenute combinando i dati X e ottici al centro della galassia dovrebbe esserci un buco nero supermassiccio, con una massa compresa tra 3 miliardi e 100 miliardi di masse solari. L’unico problema è che di questo buco nero non c’è la minima traccia! Dove si sarà nascosto? Mistero! Ovviamente potreste domandarvi come possiamo vedere un buco nero se, come dice il nome, è proprio nero. La risposta è molto semplice: non vediamo il buco nero, ma gli effetti sulla materia che gli sta intorno. In particolare, se l’oggetto compatto sta mangiando allora deve essere circondato da un disco di polvere e gas, chiamato disco di accrescimento. Nelle regioni interne del disco le temperature sono talmente alte da generare radiazione X, che può essere tranquillamente rivelata da Chandra o da qualsiasi altro osservatorio per l’astronomia X. Nel caso di questa gigantesca galassia ellittica però non è stata rivelata l’emissione X tipica di un buco nero. Com’è possibile? Dov’è finito il buco nero?

Un’ipotesi è che possa essere stato espulso dalla galassia in seguito ad un fenomeno di fusione con un’altra galassia. In questo caso i due buchi neri supermassicci centrali si sarebbero fusi tra loro in un buco nero più grande. A causa del potentissimo rinculo gravitazionale, il nuovo buco nero potrebbe aver raggiunto grandi velocità ed essersi spostato dal centro della galassia. Gli astronomi hanno quindi cercato dei raggruppamenti di stelle che potrebbero essere stati spostati dal buco nero in movimento. Analizzando tre di questi gruppi di stelle però non sono state trovate prove della presenza di un buco nero in due di loro, mentre nel terzo le stelle erano troppo deboli per poter fornire risultati utili.

Infine è stata studiata l’emissione radio vicino al centro della galassia. Questa ha le tracce di emissione tipiche dell’attività di un buco nero avvenuta circa 50 milioni di anni fa. I dati radio indicano però che al momento non è presente nessun buco nero al centro di questa galassia.

I prossimi anni saranno fondamentali per la ricerca del buco nero mancante. Nel 2021 sarà infatti lanciato il James Webb Space Telescope, che funzionerà a lunghezze d’onda infrarosse e dovrebbe essere in grado di trovare il buco nero al centro della galassia o di uno degli ammassi. Nel caso in cui non riesca a trovarlo verrebbe confermata l’ipotesi del rinculo gravitazionale che avrebbe portato il buco nero ben lontano dal centro galattico.

A presto!

Sara

Abell 2261 (Image credits: NASA)

Il test della Starship

Mega ciao!

Avete visto il test della Starship di Elon Musk? E’ una cosa pazzesca! Bellissima! Un altro passo in avanti verso Marte! Come potete vedere dal video hanno un controllo pazzesco sulla navicella. La missione è stata quindi un successo, se ignorate il fatto che alla fine la Starship è esplosa. La cosa fantastica è che, come il Falcon 9, atterra in piedi! Ogni volta che dico “Atterra in piedi” mi sento esattamente come il Prof. Grant quando, guardando i dinosauri, dice “Guarda, si muovono in branchi. Si muovono in branchi.”.

A presto!

Sara

https://www.youtube.com/watch?v=2SWkOMVkx6w&fbclid=IwAR1nd0Z1MtNMPGdNVkUlGt1ps_M3B3ubosfjw-WCnlerW_FRZmC8vgWZpks

Notizie dalla missione Gaia

Mega ciao!

Astrometria, portami via! La missione Gaia sta continuando a dare i suoi frutti e a regalare scoperte entusiasmanti. Proprio ieri è stato pubblicato un nuovo catalogo di sorgenti monitorate nel corso della missione. Abbiamo dunque le posizioni di più di un miliardo e ottocento milioni di stelle. Inoltre abbiamo i moti propri e le parallassi di quasi un miliardo e mezzo di stelle. Sono tantissime, se pensate che prima ne conoscevamo molte meno. Cosa ce ne facciamo? Le usiamo per creare una mappa della Via Lattea! Nella seconda immagine qui sotto potete vedere la nostra galassia. Ovviamente non è una foto…nessuna sonda è mai uscita dalla Via Lattea, ma è un’immagine ricavata dai dati di Gaia. Le zone più scure rappresentano regioni in cui la luce viene assorbita dal mezzo interstellare, i puntini luminosi sono ammassi globulari, mentre i due addensamenti di luce sotto il piano galattico e leggermente a destra rispetto al centro sono le due Nubi di Magellano, due galassie satellite della Via Lattea. Bella vero?

C’è una cosa ancora più entusiasmante! Gaia ha mappato con precisione i dintorni solari. In particolare, ha misurato le posizioni di 330 mila stelle situate entro 100 parsec di distanza dal Sole. Cos’è il parsec? E’ un’unità di misura della distanza che si usa per viaggiare fuori dal Sistema Solare. Un parsec equivale a 3.26 anni luce, cioè a circa 30842 miliardi di chilometri. E allora? Ricordate che Han Solo ha percorso la rotta di Kessel in meno di 12 parsec? Adesso i nostri astronauti hanno una mappa spaziale dettagliata quanto la sua. Quindi le generazioni future non sbaglieranno mai strada quando compiranno dei viaggi interstellari (possibilmente con Tars a bordo) nei dintorni del Sistema Solare!

Il Sole orbita attorno al centro della Via Lattea in circa 225 milioni di anni. Questo significa che ci troviamo più o meno nello stesso posto in cui si trovava il Sistema Solare nel Triassico, quando i dinosauri popolavano la Terra. Utilizzando sorgenti extragalattiche monitorate da Gaia è stato possibile calcolare l’accelerazione del Sole in direzione del centro galattico, che è di circa 7 km/s/10^6 anni (o, se preferite, circa 7 mm/s all’anno).

Che altro? Oltre a misurare le posizioni e i moti propri delle stelle della Via Lattea, Gaia ha misurato quelli della Grande e della Piccola Nube di Magellano. C’è un ponte di stelle che collega le due galassie, partendo dalla Piccola Nube e arrivando al braccio Sud della Grande Nube. Fantastico! Le due galassie stanno interagendo! Tra fenomeni di interazione mareale e scontri galattici l’Universo risulta parecchio movimentato!

La missione Gaia ha raccolto talmente tanti dati che gli astronomi ne avranno ancora per 20 anni per riuscire ad analizzarli tutti! Se diventerete astronomi potrete farlo voi e magari fare la scoperta del secolo! Cosa aspettate? Unitevi al lato oscuro della forza: abbiamo i corsi di astrofisica!

A presto!

Sara

Dati raccolti dalla missione Gaia
La Via Lattea ottenuta dai dati di Gaia (Image credits: ESA)
Mappa stellare entro 100 pc dal Sole (Image credits: ESA)
Immagine della posizione del Sole nella Via Lattea
La Grande e la Piccola Nube di Magellano (Image credits: ESA)

Lunar Trailblazer: missione approvata

Mega ciao!

Vi ricordate che qualche settimana fa la NASA ha annunciato la scoperta di acqua sulla superficie della Luna? La scoperta è stata fatta con SOFIA, un telescopio per l’astronomia infrarossa montato su un Boeing 747SP in quanto bisogna essere ad un’altitudine molto elevata per riuscire ad evitare gli effetti di assorbimento della radiazione infrarossa da parte dell’atmosfera terrestre. L’acqua è stata trovata nel cratere Clavius, ma non è ancora chiaro come possa formarsi e conservarsi sulla superficie lunare. Infatti nelle zone esposte alla luce del Sole le temperature superano i 100°C, quindi superano la temperatura di ebollizione ed evaporazione dell’acqua. Si pensa che l’acqua possa sopravvivere all’interno di cristalli di vetro prodotti dall’impatto di micrometeoriti o negli spazi vuoti tra i grani di polvere. Inoltre si è notato che la quantità d’acqua è variabile con la latitudine. Sarebbe quindi interessante capire qual è la quantità effettiva e se sia effettivamente possibile utilizzarla come riserva per le future missioni umane.

Ebbene, la NASA ha annunciato di aver approvato una missione dedicata allo studio del ciclo dell’acqua sulla Luna: la missione Lunar Trailblazer. La sonda dovrebbe riuscire a determinare se l’acqua sia effettivamente incorporata nelle rocce o se sia meno legata al suolo e quindi più mobile a seconda della temperatura. Permetterà inoltre di creare una mappa della distribuzione dell’acqua sulla superficie lunare e di comprendere meglio il suo ciclo su corpi celesti privi di un’atmosfera.

Il lancio di Lunar Trailblazer, se tutto andrà bene, è previsto per febbraio 2025. Sono sicura che ne vedremo delle belle!

A presto!

Sara

Rappresentazione artistica della sonda Lunar Trailblazer (Image credits: NASA)