Anche le galassie giocano a nascondino

Mega ciao!

In un ammasso di galassie ci sono minimo 50 galassie grandi e luminose e migliaia di galassie nane. Ovviamente non sono tutte alla stessa distanza da noi: alcune sono più vicine, altre più lontane. Quelle più distanti possono trovarsi esattamente dietro quelle più vicine. Di solito sulla Terra se un bambino, giocando a nascondino, si mette dietro ad un albero esattamente lungo la vostra linea di vista non riuscirete a vederlo. Quindi starete pensando che non esiste nessun modo per riuscire a vedere una galassia lontana situata esattamente dietro una più vicina. In realtà l’Universo funziona in modo un po’ diverso. Zio Albert Einstein ci dice che una grande massa (come quella di una galassia) deforma la struttura dello spaziotempo. La curvatura non determina solo le orbite degli oggetti che le stanno attorno, ma anche le traiettorie dei raggi di luce che provengono da altre galassie. Di conseguenza noi riusciamo a vedere queste galassie che giocano a nascondino. Volete saperne di più?

Il 5 marzo comincerà il nostro Corso Avanzato di Astronomia Online e…c’è una novità! Ogni partecipante riceverà in omaggio l’iscrizione al Gruppo Astrofili di Schio. Quali sono i vantaggi? Potrete partecipare a tutte le riunioni e tutte le attività organizzate dal gruppo. Inoltre potrete entrare gratuitamente in osservatorio.

Per informazioni chiamatemi al numero

3290689207.

Per iscrivervi inviate una mail entro il 15 febbraio all’indirizzo

astrofilidischio@gmail.com

A presto!

Sara

Abell 370 (Image credits: NASA)

Il Gruppo Locale

Mega ciao!

La Via Lattea è una galassia a spirale barrata composta da uno sferoide centrale, una barra che lo taglia a metà, un disco dove troviamo i bracci a spirale e un alone dove si trovano la maggior parte degli ammassi globulari. La nostra galassia però non è isolata, ma si trova nel cosiddetto Gruppo Locale, un gruppo di circa 35 galassie che sono legate tra loro dalla forza di gravità. I membri più importanti del Gruppo Locale sono la Via Lattea, la galassia a spirale di Andromeda e M33 (galassia a spirale del Triangolo). Tutti gli altri componenti del gruppo sono galassie nane, che spesso sono legate alle tre principali. Per esempio, attorno alla Via Lattea troviamo la Grande e la Piccola Nube di Magellano, due galassie irregolari che tra qualche miliardo di anni saranno inglobate nella nostra. Esistono altre strutture nell’Universo che riuniscono le galassie?

Scopritelo con noi durante il nostro Corso Avanzato di Astronomia Online che partirà il 5 marzo. Per informazioni chiamatemi al numero

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Vi ricordo che domani alle 17:30 troverete il terzo quiz di Chi vuol essere Imperatore dell’Impero Galattico. Per partecipare basta che scriviate nei commenti l’opzione che vi sembra corretta (senza motivare la vostra risposta…potrete commentare nel post riservato alla soluzione). Potete giocare anche se non avete partecipato ai quiz precedenti. I punti relativi ad ogni risposta corretta vengono sommati. La domanda vi farà guadagnare 1500 crediti galattici. Alcuni di voi se forniranno la risposta giusta potrebbero riuscire a liberarsi dalla schiavitù su Tatooine. Attenzione: potrebbe esserci più di un’opzione corretta. Se scriverete solo una delle due riceverete metà punti, mentre se una delle due è sbagliata riceverete 0 punti. Tutte le risposte che arriveranno dopo la pubblicazione della soluzione non saranno contate. Che la forza sia con voi!

A presto!

Sara

Asole nel cielo

Mega ciao!

L’essere umano è sempre stato affascinato dalla volta celeste. A partire dai tempi più antichi ha cercato di descrivere e comprendere i fenomeni che osservava, come le eclissi di Sole e di Luna, le fasi lunari, il sorgere e tramontare degli astri e quei puntini luminosi che compivano asole in cielo. Questi ultimi sono facilmente osservabili ad occhio nudo anche con i nostri cieli pieni di inquinamento luminoso. Provate ad uscire la sera e puntate gli occhi verso il cielo. Dovreste notare che la maggior parte dei puntini luminosi scintillano, mentre ce ne sono alcuni che hanno luce fissa. I puntini scintillanti sono le stelle, gli altri sono i pianeti. Alcune delle osservazioni astronomiche antiche sono arrivate fino a noi come monumenti enormi o tavolette incise. Anche in Italia i nostri antenati erano lanciatissimi in campo astronomico e possiamo trovare diversi luoghi dell’archeoastronomia. Dove saranno?

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Sara

Moto di Marte (Image credits: NASA)

La curvatura dello spaziotempo

Mega ciao!

Sappiamo che dal Big Bang, avvenuto circa 13 miliardi e 700 milioni di anni fa, l’Universo si è espanso. Albert Einstein, con la sua teoria della relatività generale, ci ha fornito gli strumenti per comprendere la struttura dello spaziotempo. Potete immaginare l’Universo come un materassino di gommapiuma. Se prendete un pallone o una biglia e li mettete sul materassino, questo si curva un po’. Se invece prendete una palla per il lancio del peso, la curvatura sarà decisamente maggiore. Prendete una pallina più piccola e pesante e otterrete una curvatura talmente grande da assomigliare ad un imbuto. Avete creato lo spaziotempo attorno a stelle, pulsar e buchi neri. Esiste un modo per descrivere e soprattutto misurare questa curvatura?

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Sara

Oltre la luce visibile

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La luce è un’onda. Ogni colore è caratterizzato da una lunghezza d’onda bene precisa, definita come la distanza tra due picchi (massimi) o due ventri (minimi). Grazie al buon vecchio Sir Isaac Newton sappiamo che facendo passare la luce del Sole attraverso un prisma di vetro otteniamo i colori dell’arcobaleno. Ma cosa succede se andiamo oltre il rosso da una parte e il violetto dall’altra?

Nel 1800, William Herschel, astronomo famoso per la scoperta di Urano, decise di misurare la temperatura dei colori della luce del Sole scomposta dal prisma di vetro. Ad un certo punto pose il termometro appena oltre il rosso, dove non si vedeva più nessun colore, e fece una scoperta straordinaria: la temperatura non tornava ad essere quella dell’ambiente. Questo significa che l’emissione del Sole andava oltre la luce che riusciamo a vedere. William Herschel aveva appena scoperto la radiazione infrarossa.

Nel 1801 invece Johan Ritter pose una lastra di cloruro di argento appena oltre il colore violetto della luce solare. Scoprì che la lastra era fotosensibile, cioè che diventava più scura. Questo esperimento ha segnato la scoperta della luce ultravioletta. Le osservazioni di Herschel e Ritter ci dicono una cosa fondamentale: la radiazione solare va ben oltre quello che l’occhio umano può vedere. Cosa possiamo osservare a diverse lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico?

Scopritelo con noi durante il nostro Corso Avanzato di Astronomia Online. Il corso partirà il 5 marzo e sarà composto da nove lezioni. Per informazioni chiamatemi al numero

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Sara

William Herschel

Astrobiologia al corso di astronomia

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Uno dei campi più lanciati dell’astrofisica moderna è quello della ricerca di pianeti extrasolari. Perchè cercare pianeti orbitanti attorno ad altre stelle?

Vogliamo capire se nella nostra galassia sia presente il fratello della Terra, un pianeta che abbia più o meno le stesse condizioni e che possa ospitare la vita. Nel caso in cui dovessimo trovarlo sarebbe possibile andarci o inviare un messaggio ai nostri cugini omini verdi?

Con la tecnologia attuale un viaggio interstellare (#aCooppiacequestoelemento) non è possibile. Inviare messaggi invece non è un problema. E’ già stato fatto! L’unico inghippo sono le grandi distanze. Infatti, il messaggio inviato nel 1974 con il radiotelescopio di Arecibo è diretto verso M13, l’ammasso globulare di Hercules situato a circa 25000 anni luce di distanza da noi. Questo significa che per arrivare a destinazione il messaggio ci mette 25000 anni, quindi per la risposta dobbiamo attendere ancora poco meno di 50000 anni. Fatevi ibernare e ce la farete! Ma come vengono scoperti i pianeti extrasolari e dov’è più conveniente cercare la vita?

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Vi aspettiamo numerosi!

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Sara

ET (Image credits: Universal Pictures)

CHI VUOL ESSERE IMPERATORE DELL’IMPERO GALATTICO: SOLUZIONE E CLASSIFICA

Mega ciao!

CHI VUOL ESSERE IMPERATORE DELL’IMPERO GALATTICO: SOLUZIONE E CLASSIFICA

Vi avevo chiesto cos’è l’Unità Astronomica. La risposta corretta è la d: un’unità di misura della distanza. Infatti, l’Unità Astronomica si utilizza per misurare le distanze quando usciamo dalla Terra, ma restando sempre all’interno del Sistema Solare. In particolare, un’Unità Astronomica (AU) è definita come la distanza media tra la Terra e il Sole, che è di circa 150 milioni di chilometri. Questo significa che la distanza Terra-Sole è di 1 AU. Il semiasse maggiore dell’orbita di Mercurio è di circa 0.387 AU, mentre quello di Nettuno, il pianeta più distante dal Sole, è di circa 30.07 AU.

Nell’immagine qui sotto trovate la classifica. Come vi dicevo, potete partecipare al gioco anche solo alcune settimane ed essere comunque in corsa per il titolo di Imperatore (i punti corrispondenti ad ogni domanda vengono sommati). Questa settimana la domanda valeva 1000 crediti galattici. Se avete indovinato sia questa che la scorsa settimana i 1000 crediti galattici vengono sommati ai 500 che avevate in precedenza. Chi ha sbagliato risposta o ha inserito due opzioni, di cui una sbagliata, non ha ricevuto crediti galattici. Se le regole non sono chiare scrivetemi e cercherò di risolvere i vostri dubbi. Grazie per aver partecipato!

Lunedì prossimo giocherete per 1500 crediti galattici.

Che la forza sia con voi!

A presto!

Sara

Un buco nero immerso nella polvere

Mega ciao!

In una galassia non molto lontana è stata fatta una scoperta straordinaria. Qui sotto potete vedere l’immagine ottica e uno zoom con i dati X ripresi dall’Osservatorio Chandra di Markarian 462, una galassia nana situata nella costellazione dei Cani da Caccia a circa 110 milioni di anni luce di distanza. Nel nucleo della galassia c’è un bel buco nero di circa 200 mila masse solari. Perchè è importante questa scoperta?

Per due motivi:

1- Questo oggetto fa parte della coda di piccola massa dei buchi neri supermassicci e può quindi aiutarci a capire come si formano i suoi cugini giganti.

2- E’ uno dei primi buchi neri supermassicci scoperti in una galassia fortemente oscurata dalla polvere.

Qual è l’effetto della polvere sull’osservazione astronomica?

La polvere assorbe la maggior parte della radiazione proveniente dagli oggetti posti dietro, rendendoli invisibili nell’ottico e diminuendo enormemente la loro luminosità ad altre lunghezze d’onda. La cosa interessante però è che nell’infrarosso è praticamente trasparente. Questo è uno dei motivi per cui è stato lanciato il James Webb Space Telescope: vogliamo riuscire ad osservare le zone interne al toro di polvere nei nuclei galattici attivi, cioè le regioni più vicine al buco nero supermassiccio centrale.

Vi ricordo che avete tempo fino alla pubblicazione del prossimo post per rispondere al secondo quiz di Chi vuol essere Imperatore dell’Impero Galattico (pubblicherò la soluzione verso le 18:00).

A presto!

Sara

Markarian 462 (Image credits: NASA)

L’origine degli elementi chimici

Mega ciao!

Avete mai studiato chimica alle scuole superiori? Se la risposta è si, dovreste aver visto almeno una volta la tavola periodica degli elementi. Avrete già notato che la tavola periodica qui sotto è un po’ diversa da quella classica che trovate nei libri. Come mai?

Qui ogni colore corrisponde al processo che ha originato l’elemento chimico corrispondente. La nucleosintesi primordiale subito dopo Big Bang, avvenuto circa 13 miliardi e 700 milioni di anni fa, ha prodotto solo idrogeno ed elio, con una traccia di litio trascurabile. Sappiamo che gli elementi fino a ferro e nichel vengono prodotti dalle reazioni di fusione nucleare nel nucleo delle stelle. Ma gli elementi più pesanti non possono essere prodotti in questo modo, in quanto le reazioni sarebbero endotermiche. Cosa vuol dire?

Una reazione endotermica è una reazione che necessita di energia per poter avvenire. In natura sono ammesse solo reazioni esotermiche, cioè che liberano energia. Allora come si sono formati gli elementi pesanti?

Alcuni arrivano da processi energetici come le esplosioni in supernova di stelle molto massicce. Anche l’oro, l’argento e il platino?

No! Da dove arrivano?

Volete saperne di più sull’origine degli elementi chimici? Iscrivetevi al nostro Corso Avanzato di Astronomia Online. Per informazioni chiamate il numero

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Sara

Le prime esplosioni nell’Universo

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Il cammino del James Webb Space Telescope verso il punto lagrangiano L2 sta proseguendo senza problemi. Uno degli obiettivi della missione è di osservare le primissime esplosioni in supernova verificatesi nell’Universo giovane. Queste esplosioni hanno arricchito il mezzo interstellare di metalli (occhio che per noi astronomia i metalli sono tutti gli elementi più pesanti di idrogeno ed elio…lo so…siamo strani), che hanno portato alla formazione di nuove stelle e pianeti. Quali sono le stelle che hanno generato queste supernovae?

Sono le stelle di Popolazione III, le prime formate nell’Universo. Questi oggetti potevano raggiungere masse di centinaia o migliaia di masse solari, quindi erano decisamente più massicce delle stelle formate nell’Universo attuale. Come mai potevano raggiungere masse così grandi?

A causa della mancanza di metalli nel mezzo interstellare. Infatti, i metalli sono responsabili del raffreddamento delle nubi molecolari. Se togliete questi elementi il raffreddamento diventa inefficace. Questo rende il processo di frammentazione della nube più difficile. Se poi aggiungiamo un campo magnetico il risultato è che, anche se la nube dovesse riuscire a frammentarsi, tutti i frammenti vengono convogliati verso il primo nucleo stellare in formazione, accrescendone la massa. Il risultato è una stella di Popolazione III molto massiccia, che può successivamente collassare in un buco nero di massa intermedia. E i buchi neri supermassicci come si formano?

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Sara

Rappresentazione artistica dell’esplosione in supernova di stelle di popolazione III (Image credits: ESO)