Attenzione: galassie morte all’orizzonte

Mega ciao!

Combinando i dati del Telescopio Spaziale Hubble e di ALMA, gli astronomi hanno scoperto sei galassie un po’ strane. La loro peculiarità però non sta nelle loro forme alquanto bizzarre, ma nel fatto che sono “morte”. Strano sentir parlare di morte di una galassia. Ma cosa significa?

Vuol dire che hanno finito tutto il mezzo interstellare necessario per formare nuove stelle. Adesso direte: ok, è ovvio che prima o poi una galassia finisca tutte le sue nubi molecolari. Avete ragione, ma le galassie in questa immagine hanno un’altra particolarità. Non le vedete come sono oggi! Cosa significa?

Sapete che la luce viaggia a circa 300000 km/s, quindi la radiazione elettromagnetica emessa da stelle, nebulose e galassie ci mette più o meno tempo ad arrivare sulla Terra, a seconda della distanza dell’oggetto osservato. Questo vuol dire che se puntate il vostro telescopio sul Sole (usate sempre il filtro solare altrimenti vi parte la retina) lo vedete com’era circa 8 minuti fa. Se puntate il telescopio su Vega, che si trova a circa 26 anni luce di distanza da noi, la vedete com’era 26 anni fa. Se vi va di imitare Hubble, puntate il telescopio sulla galassia di Andromeda e la vedrete com’era 2 milioni e 100 mila anni fa. Insomma, potete usare l’Universo come se fosse una gigantesca macchina del tempo. La luce delle galassie che vedete nella foto proviene da un’epoca particolare: circa 3 miliardi di anni dopo il Big Bang, cioè più di 10 miliardi di anni fa. Proprio in questo periodo l’Universo ha attraversato la sua fase più prolifica di formazione stellare. Per questo motivo le galassie che vedete sono bizzarre. Come mai hanno esaurito il gas se sappiamo che in quel periodo avrebbero dovuto essere in piena attività di formazione stellare? Bella domanda! Non lo sa nessuno. Quindi se siete giovani studenti diventate astronomi e potrete scoprirlo voi.

Se invece volete approfondire questo e altri argomenti astronomici, vi ricordo che sono aperte le iscrizioni al nostro Corso Base di Astronomia Online. Per info chiamatemi al numero 3290689207. Per iscrivervi inviate una mail all’indirizzo

astrofilidischio@gmail.com

Un’ultima cosa: Congratulazioni a Ilaria, una delle nostre relatrici, che oggi ha ottenuto la Laurea Triennale in Astronomia!

A presto!

Sara

Le galassie morte (Image credits: Hubble Space Telescope & ALMA)

La Corrente Magellanica

Mega ciao!

Abbiamo visto le due teorie principali sulle Nubi di Magellano, la loro interazione e quella con la Via Lattea. Come possiamo distinguere tra le due?

E’ importante fare due cose: osservazioni astronomiche accurate e simulazioni al computer basate sulle leggi fisiche che governano l’Universo. Dal confronto tra osservazioni e simulazioni possiamo capire quale dei due modelli riproduca in maniera più accurata le strutture osservate. Ma cosa si osserva in particolare?

Nell’immagine qui sotto vedete il confronto tra le osservazioni e la simulazione basata sullo scenario moderno, cioè sull’ipotesi che la Grande e la Piccola Nube di Magellano siano sempre state legate gravitazionalmente e che si trovino nel loro primo passaggio vicino alla Via Lattea (o che siano nel loro secondo passaggio, con un periodo orbitale di circa 6 miliardi di anni). Dall’immagine si vede che il modello riesce a riprodurre accuratamente la “corrente” Magellanica (Magellanic Stream), la struttura ad arco attorno alla Via Lattea formata da un flusso di idrogeno neutro che collega le Nubi di Magellano. E’ stato scoperto che, oltre al gas, ci sono anche stelle, strappate dalla loro posizione originale dalle forze mareali.

A presto!

Sara

Confronto tra osservazioni e modello dell’interazione tra le Nubi di Magellano e la Via Lattea (Image credits: Nidever et al. 2010; Besla et al. 2012)

Scenario canonico o moderno: questo è il problema

Mega ciao!

Per comprendere l’evoluzione della Via Lattea è importante studiare le interazioni con le altre galassie. In particolare, le Nubi di Magellano presentano una forma irregolare in quanto stanno interagendo tra loro e con la nostra galassia. Quando hanno inizato questa interazione?

Ci sono due spiegazioni possibili:

– il modello canonico, secondo cui le due Nubi orbitano attorno alla Via Lattea con un periodo di circa 2 miliardi di anni, ma hanno iniziato ad interagire l’una con l’altra solo 5 miliardi di anni fa;

– lo scenario moderno, in cui le due Nubi di Magellano sono sempre state legate l’una all’altra e si trovano nel loro primo passaggio vicino alla Via Lattea (o hanno un periodo orbitale di almeno 6 miliardi di anni).

Come si fa a capire quale dei due modelli sia quello giusto?

To be continued…

Sara

La Grande Nube di Magellano (Image credits: ESO)

Stelle rubate

Mega ciao!

In una notte stellata, osservando la volta celeste dall’emisfero sud possiamo vedere due regioni un po’ nebulose: sono due galassie satellite della Via Lattea. La Grande e la Piccola Nube di Magellano, rispettivamente a 158000 e 200000 anni luce di distanza da noi, hanno forme un po’ strane. Questo perchè la Via Lattea se le sta mangiando piano piano. La cosa interessante è che stanno anche interagendo gravitazionalmente tra di loro. La missione Gaia ha scoperto infatti “un’autostrada” spaziale di stelle che collega le due galassie. Quando è iniziata la distruzione delle Nubi di Magellano?

Lo scopriremo nella prossima puntata!

A presto!

Sara

La Grande e la Piccola Nube di Magellano (Image credits: ESA)

VIPER e la Luna

Mega ciao!

Grandi novità dalla NASA! Ieri è stato annunciato il sito di atterraggio della missione Volatiles Investigating Polar Exploration Rover, per gli amici VIPER. Questa missione, che precederà il ritorno dell’essere umano sulla Luna, allunerà nel Cratere Nobile, vicino al Polo Sud del nostro satellite. Perchè proprio lì?

Vi ricordate che l’anno scorso SOFIA, il telescopio infrarosso montato a bordo di un Boeing, aveva scoperto la presenza di acqua sulla superficie lunare? VIPER mapperà il cratere Nobile e cercherà di identificare eventuali riserve di acqua e di altre risorse. A cosa serve capire quante risorse ci sono a disposizione nella zona?

L’obiettivo delle missioni Artemis è di portare l’essere umano sulla Luna per la prima volta dagli anni ’70 e di creare una colonia permanente entro il 2028. Sarà quindi molto importante conoscere la quantità di acqua, che potrebbe essere utilizzata come riserva per la colonia, e di altre risorse che potrebbero servire per la vita sulla Luna. Perchè è interessante proprio il Cratere Nobile?

E’ un cratere formato dalla collisione con un corpo più piccolo ed è sempre in ombra. Questo facilita la presenza permanente di ghiaccio. Inoltre è circondato da altri crateri il cui studio permetterà di avere una visione migliore delle caratteristiche della zona. Durante la missione, Viper raccoglierà campioni lunari in tre zone diverse. L’analisi di campioni raccolti a diverse temperature e profondità aiuterà a predire in quali altre regioni sia più probabile trovare ghiaccio. Inoltre, la missione sarà importante per capire da dove siano arrivati il ghiaccio e le altre risorse, come siano arrivati sulla Luna e come sia stato possibile preservarli per miliardi di anni.

A presto!

Sara

La regione del Cratere Nobile (Image credits: NASA)

SOLUZIONE ASTROQUIZ 16: le nane brune

Mega ciao!

SOLUZIONE ASTROQUIZ 16

Vi avevo chiesto qual è il limite inferiore di massa delle stelle, cioè qual è la massa minima per cui un oggetto è considerato una stella. La risposta corretta è: uguale o poco più grande della massa di Giove.

So che questo può sembrare strano, perchè effettivamente Giove non è una stella. Il punto è che, sebbene per innescare le reazioni nucleari all’interno di una stella la massa deve essere molto più grande di quella del pianeta gigante, esiste una categoria particolare di oggetti che vengono considerati stelle nonostante non siano sostenute dalle reazioni di fusione nucleare dell’idrogeno. Queste stelle sono chiamate nane brune. Il limite inferiore per la loro massa non è ancora definitivo. Infatti, essendo molto piccole e poco luminose sono difficili da individuare. Cosa possiamo dire sulle loro dimensioni?

E’ interessante notare che le dimensioni delle nane brune non variano in modo significativo con la massa. Questo significa che nane brune di 50 masse gioviane avranno circa le stesse dimensioni di quelle di 13 masse gioviane. Questa caratteristica è data dal fatto che queste stelle sono sostenute dalla pressione di degenerazione degli elettroni, per cui il raggio è dato da

R ~ M-1/3.

Allora qual è la differenze tra i pianeti giganti gassosi e le nane brune?

Si distinguono solo dal processo di formazione. Le nane brune si formano principalmente come le stelle normali, dalla frammentazione e dal successivo collasso di una nube molecolare. I pianeti giganti invece si formano attraverso fenomeni di accrescimento in un disco protoplanetario, cioè partono da grani di polvere che si uniscono a formare corpi rocciosi più grandi e successivamente accrescono la loro atmosfera da idrogeno ed elio presenti lì attorno.

A presto!

Sara

Confronto tra le dimensioni del Sole, di Giove e delle nane brune (Image credits: MPIA)

Seconda novità del giorno

Mega ciao!

E dopo l’annuncio del Corso Base di Astronomia Online che partirà il 18 ottobre su Zoom, siete pronti per la seconda novità?

Da oggi ci trovate anche su Instagram! Il nostro profilo si chiama

astro.schio

Seguiteci e condividete il più possibile tra amici e parenti. Salite a bordo della nostra astronave e aiutateci nella nostra missione di trasmettere la passione per l’astronomia al maggior numero di persone possibile. Così farete parte della battaglia contro tutti i complottismi in campo astronomico scatenati da titoloni acchiappaclick e contribuirete a diffondere notizie spaziali ottenute con il metodo scientifico #aGalileoGalileipiacequestoelemento.

Per informazioni sul corso di astronomia chiamatemi al numero 3290689207.

A presto!

Sara

https://www.instagram.com/astro.schio/

Corso Base di Astronomia Online 2021

Mega ciao!

Siete pronti per la grande novità?

Stiamo organizzando il

CORSO BASE DI ASTRONOMIA ONLINE!

Si parte il 18 ottobre alle ore 21:00. Durante il corso affronteremo un sacco di argomenti astronomici interessanti. Si comincia con Alice Sella che vi porterà indietro nel tempo per analizzare la storia dell’astronomia. Tornati ai giorni nostri, Ilaria Tessari vi spiegherà come l’atmosfera terrestre influenzi le osservazioni astronomiche e vi parlerà del lavoro che ha svolto durante la tesi di laurea. Io vi accompagnerò per le successive 5 lezioni a spasso nel Sistema Solare, a scoprire nascita, vita e morte delle stelle, ad esplorare esopianeti per poi uscire dalla Via Lattea e vedere come sono fatte le altre galassie. Chiuderà il corso Ilaria Tessari con una lezione sulla nascita ed evoluzione dell’Universo.

Ho stuzzicato un po’ la vostra curiosità?

Il corso è indirizzato a ragazzi e adulti (ma si possono iscrivere anche i bambini…ne abbiamo avuti parecchi che hanno partecipato gli scorsi anni). Il corso si terrà su Zoom (le lezioni NON saranno registrate).

Costo 80€, comprensivo delle slide.

Per maggiori informazioni chiamatemi al numero 3290689207 (orari serali) o scrivete all’indirizzo astrofilidischio@gmail.comLe iscrizioni sono aperte fino all’11 ottobre.

Vi aspettiamo numerosi!

A presto!

Sara

Scappare dalla Terra parte II

Mega ciao!

Abbiamo visto che velocità bisogna avere per scappare dalla Terra. Ma cosa significa per una navicella spaziale dover raggiungere gli 11.2 km/s?

Serve un’energia non indifferente, quindi parecchio carburante. Supponiamo di dover lanciare nello spazio uno Space Shuttle. L’astronave pesa circa 104 tonnellate, a cui dobbiamo aggiungere il peso dei missili e dei serbatoi. In totale dobbiamo spedire nello spazio 2041 tonnellate di navicella. Questo richiede un’energia di 120 milioni di miliardi di Joule. E’ tanta energia?

Direi di si. Corrisponde al consumo elettrico annuo di una cittadina di 35000 abitanti.Il problema è che non potete portarvi solo il carburante che vi serve per raggiungere i fantomatici 11.2 km/s. Infatti, nel caso in cui decidiate di andare con Elon Musk su Marte, vi servirà il carburante per il viaggio, atterraggio e possibilmente per il ritorno.

Un’ultima cosa…NEI PROSSIMI GIORNI ARRIVERA’ UNA GRANDE NOVITA’. Quindi continuate a seguirci 😉

A presto!

Sara

Space Shuttle (Image credits: NASA)

Scappare dalla Terra

Mega ciao!

Abbiamo visto che, grazie alla leggendaria mela, Newton ha scoperto che tutti gli oggetti sono destinati a cadere al suolo e che esiste quindi una forza che ci tiene ancorati al nostro pianeta: la forza di gravità. Allora come fanno le navicelle spaziali a lasciare la Terra?

Qualsiasi corpo può abbandonare un pianeta (o un qualsiasi altro corpo celeste) se riesce a raggiungere una certa velocità, detta velocità di fuga. Come facciamo a calcolarla?

Ci basta usare il principio di conservazione dell’energia meccanica. Supponiamo di essere tornati indietro nel tempo al 1964. Siamo alla NASA, pronti a lanciare la sonda Mariner 4 verso Marte. La sonda è a bordo di un razzo sulla rampa di lancio. Nel nostro problema l’energia del sistema è data dalla somma di energia cinetica ed energia potenziale gravitazionale. Dobbiamo capire che velocità deve raggiungere la navicella per scappare dalla Terra.

Ef = Ei

Ek,f + Uf = Ek,i + Ui

dove Ek,f ed Ek,i sono l’energia cinetica finale ed iniziale, mentre Uf ed Ui sono l’energia potenziale gravitazionale finale ed iniziale. L’energia cinetica iniziale è nulla perchè la sonda parte da ferma. L’energia potenziale gravitazionale finale è uguale a zero perchè siamo scappati dalla Terra. Quindi restiamo con

Ek,f = Ui

0.5*m*v2 = G*m*M/r

dove m è la massa della navicella, M ed r sono la massa e il raggio della Terra rispettivamente.La velocità che bisogna raggiungere per scappare dalla Terra è quindi:

v = sqrt(2*G*M/r)

dove sqrt è la radice quadrata.

Da questa formula si nota una cosa importantissima: la velocità di fuga non dipende dalla massa della navicella. Di conseguenza la velocità di fuga necessaria per lasciare un corpo celeste è uguale per qualsiasi oggetto!

Nel caso della Terra questa velocità è di 11.2 km/s, mentre nel caso di Giove è di 59.6 km/s.

A presto!

Sara

La sonda Mariner 4 (Image credits: NASA)