La Nebulosa Anello del Sud

Mega ciao!

Pronti per il terzo episodio di “Vedo un’immagine del James Webb Space Telescope, mi emoziono e piango”? Benissimo!

Qui potete vedere la nebulosa Anello del Sud, per gli amici NGC 3132, situata a circa 2500 anni luce di distanza nella costellazione della Vela. L’immagine, ripresa nel medio infrarosso, ci mostra che la nebulosa contiene un sistema binario, cioè due stelle talmente vicine da essere legate gravitazionalmente l’una all’altra. La nebulosa planetaria, che ci dà una buona idea di come finirà il nostro Sole, è composta dagli strati più esterni dell’inviluppo espulsi da una delle due stelle. Questo avviene in diversi momenti, quindi la nebulosa è composta da diversi gusci di materiale che si espandono nello spazio circostante. La presenza della seconda stella rende la struttura della nebulosa molto più complicata. La stella più luminosa del sistema binario si trova in una delle prime fasi della sua evoluzione. Quando morirà, espellerà gli strati esterni del suo inviluppo esattamente come la sua compagna. Questi strati andranno a formare una seconda nebulosa planetaria, pertanto tra qualche miliardo di anni ricordatevi di puntare il vostro telescopio verso NGC 3132. Vi posso assicurare che ne varrà la pena

.Vi ricordo che

domenica 17 luglio dalle 10:30 alle 17:30

(tranne mezz’ora di pausa pranzo alle 12:30) l’osservatorio sarà aperto al pubblico per l’osservazione del Sole. Pronti a vedere macchie, granulosità e protuberanze?

A presto!

Sara

Nebulosa Anello del Sud nel vicino infrarosso (a sinistra) e nel medio infrarosso (a destra) ripresa dal James Webb Space Telescope (Image credits: NASA

La danza di cinque galassie

Mega ciao!

Continua la serie che chiameremo “Vedo immagini del James Webb, mi emoziono e piango”. Qui potete vedere una parte del Quintetto di Stephan, un gruppo di galassie situato nella costellazione di Pegaso (il cavallo alato di Perseo) a circa 290 milioni di anni luce di distanza #aicavalieridellozodiacopiacequestoelemento. L’immagine, ripresa nel medio infrarosso, ci mostra dettagli mai osservati prima di una parte del quintetto. Stanno succedendo cose catastrofiche. Le galassie sono talmente vicine da interagire gravitazionalmente l’una con l’altra. Potete vedere delle “autostrade spaziali” di materiale e onde d’urto che collegano le galassie. Cosa ci dicono i diversi colori?

In rosso possiamo vedere regioni di formazione stellare e galassie lontanissime caratterizzate dalla presenza di una notevole quantità di polvere. Le sorgenti puntiformi blu sono stelle e ammassi stellari privi di polvere. Le aree blu diffuse sono polvere che contiene una significativa quantità di grandi molecole di idrocarburi. Il verde e il giallo rappresentano galassie lontane ricche di idrocarburi. Adesso guardate la galassia in alto a destra. Vedete che ha un nucleo particolarmente luminoso? Cosa sarà mai?

E’ un buco nero supermassiccio, con una massa di circa 24 milioni di masse solari, che sta accrescendo la sua massa dal materiale che lo circonda. La luce che vedete arriva proprio dal materiale in caduta verso l’oggetto compatto, che possiamo osservare solamente perchè nel medio infrarosso si riesce a vedere oltre il toro di polvere che circonda il buco nero. La luminosità emessa è circa 40 miliardi di volte maggiore di quella del Sole.

Vi ricordo che domenica dalle 10:30 alle 17:30 (alle 12:30 faremo mezz’ora di pausa pranzo) l’osservatorio sarà aperto per l’osservazione del Sole. Se volete vedere macchie solari, granulosità e protuberanze passate a trovarci! Non prendiamo prenotazioni.

A presto!

Sara

Image credits: NASA

Giove come non l’avete mai visto

Mega ciao!

La NASA non smette di sorprenderci e, dopo le prime immagini pubblicate l’altro giorno, oggi ha pubblicato l’immagine di Giove ripreso nel vicino infrarosso dal James Webb Space Telescope. Sto piangendo! Sul serio…un’emozione pazzesca! Vicino al pianeta gigante del Sistema Solare possiamo vedere Europa, uno dei quattro satelliti scoperti qualche secolo fa dal buon Galileo Galilei. Questa luna è composta da uno strato di ghiaccio spesso più di 20 km, sotto il quale c’è un oceano. Che ci sia vita? Lo scopriremo solo vivendo e in particolare con la missione Europa Clipper. La Grande Macchia Rossa, un ciclone che va avanti da più di 300 anni con venti che viaggiano a circa 400 km/h, appare come una macchia luminosa. Vedete la macchiolina nera alla sua sinistra? Sapete cos’è? E’ l’ombra di Europa. Pazzesco!Nella seconda immagine invece si riescono a distinguere gli anelli di Giove. Restate collegati! Il James Webb continuerà a regalarci immagini emozionanti e dati pazzeschi con cui riusciremo a comprendere meglio il nostro Universo.

Vi ricordo che questa domenica dalle 10:30 alle 17:30 (alle 12:30 faremo mezz’ora di pausa pranzo) l’osservatorio sarà aperto per l’osservazione del Sole. Non prendiamo prenotazioni, ma vi aspettiamo al fresco del Novegno 😉

A presto!

Sara

Image credits: NASA
Image credits: NASA

SMACS 0723: la prima immagine del JWST

Mega ciao!

Ecco la prima spettacolare immagine scientifica del James Webb Space Telescope pubblicata ieri. Qui si vede l’ammasso di galassie SMACS 0723, situato a ben 4.6 miliardi di anni luce da noi. Vedete che ci sono degli archi di luce? L’ammasso è talmente massiccio da agire da lente gravitazionale. Quindi quegli archi sono la luce che arriva da galassie che stanno dietro l’ammasso. Ad aggiungere spettacolarità, l’effetto di lente gravitazionale permette di vedere oggetti piccoli e molto deboli situati ancora più lontano. Tra questi, oltre alle galassie, troviamo ammassi stellari e strutture diffuse. Questa immagine è la più profonda mai ottenuta del cielo nell’infrarosso.Volete saperne di più?

Vi aspetto alle 16:00 per un’altra diretta Facebook. Faremo un ripasso sulla missione e seguiremo insieme la diretta della NASA, con cui saranno pubblicate le altre immagini scientifiche del James Webb Space Telescope.

A dopo!

Sara

JWST: i magnifici cinque

Mega ciao!

Notizia bomba! La NASA ha annunciato la lista di oggetti astronomici che compariranno il 12 luglio nelle prime immagini scientifiche e negli spettri del James Webb Space Telescope. Siete pronti a scoprire chi sono? Partiamo!

– WASP-96 b è un gigante gassoso, con una massa di 0.48 masse gioviane (cioè 0.48 volte la massa di Giove) e un raggio di 1.2 raggi gioviani, che orbita attorno ad una stella di tipo G situata a circa 1150 anni luce da noi. Il raggio della sua orbita è di solo 0.0453 Unità Astronomiche e il periodo orbitale è di appena 3.4 giorni. Questo significa che Babbo Natale su WASP-96 b passa ogni 3.4 giorni. Meglio se ci trasferiamo tutti lì!

– La Nebulosa della Carena , situata a circa 7600 anni luce di distanza, è una delle nebulose più grandi e brillanti del cielo. Pensate che ha un raggio di ben 230 anni luce! E’ considerata una fabbrica di stelle e ospita diverse stelle massicce, alcune con masse che vanno da 50 a 100 volte quella del Sole.

– La Nebulosa ad Anello del Sud, situata nella costellazione della Vela a circa 2000 anni luce di distanza da noi, è una nebulosa planetaria composta dagli strati più esterni dell’inviluppo espulsi da una stella morente. La nebulosa ha un diametro di circa 0.5 anni luce.

– Il Quintetto di Stephan (e qui mi parte il trip…cioè….è pazzesco!) è un gruppo compatto di galassie, situato nella costellazione di Pegaso a circa 290 milioni di anni luce da noi. Qui potete vedere cosa succede quando delle galassie interagiscono. Da eventi del genere mi aspetto grandi cose…Terribili, certo, ma grandi! #aOlivanderpiacequestoelemento

– SMACS 0723 è un ammasso di galassie, situato ad una distanza di circa 1726 Mpc, talmente massiccio da deflettere e amplificare la luce proveniente dagli oggetti che gli stanno dietro. Questo è importantissimo! Con l’effetto lente gravitazionale riesce, infatti, a rendere visibili galassie molto più deboli e distanti.

Non vedo l’ora che arrivi il 12 luglio! E voi?

A presto!

Sara

Il Quintetto di Stephan (Image credits: NASA)

JWST: l’hype sale

Mega ciao!

In attesa delle prime immagini scientifiche del James Webb Space Telescope, che saranno pubblicate il 12 luglio, è arrivata un’immagine test ripresa dal Fine Guidance Sensor (FGS). Questo strumento serve per permettere il puntamento preciso del telescopio, in modo che gli altri strumenti possano acquisire immagini scientifiche. La foto che vedete qui è il risultato di 72 esposizioni riprese durante 8 giorni, per un totale di 32 ore di esposizione. Anche se FGS non è ottimizzato per l’osservazione di oggetti deboli, potete vedere una valanga di galassie nella regione attorno alla stella HD147980. Questo risultato spettacolare rappresenta l’immagine più profonda dell’Universo ottenuta nell’infrarosso.

Così la NASA fa crescere l’hype. Vi ricordo che il 12 luglio farò una diretta Facebook per seguire insieme la pubblicazione delle prime immagini scientifiche del James Webb Space Telescope. Cominceremo alle ore 16:00, con mezz’ora di ripasso sugli obiettivi della missione in modo da essere pronti per quello che ci aspetta con l’inizio della diretta della NASA alle 16:30.

A presto!

Sara

Image credits: NASA

Nuovi cataloghi e osservazioni astronomiche

Mega ciao!

Vi ricordo che

domenica 26 giugno dalle ore 10:00 alle 17:30

ci sarà l’osservazione pubblica del Sole presso il nostro osservatorio (Monte Novegno). Faremo pausa pranzo dalle 12:30 alle 13:00, ma il resto del tempo sarà dedicato all’osservazione. Per informazioni scriveteci all’indirizzo

astrofilidischio@gmail.com

Ma adesso torniamo alla Gaia Data Release 3. Abbiamo visto che sono state raccolte informazioni precise sulla composizione chimica e i moti di stelle della Via Lattea e di galassie vicine. Che altri dati sono stati ottenuti?

Grazie a Gaia abbiamo oggi il più grande catalogo di sistemi binari della nostra galassia. Ce ne sono ben 800000. Cosa sono?

I sistemi binari sono composti da due stelle che sono talmente vicine da essere legate gravitazionalmente l’una all’altra. Le due stelle orbitano quindi attorno ad un baricentro comune. La cosa interessante è che, se sono abbastanza vicine, le due componenti del sistema possono scambiarsi materia. Questo influenza molto l’evoluzione delle due stelle e del sistema stesso.Altre scoperte?

Certo! Circa 10 milioni di stelle variabili, ciioè stelle che variano la loro luminosità in modo periodico. Inoltre, abbiamo nuove informazioni sul Sistema Solare. Nell’immagine qui sotto potete vedere circa 156000 asteroidi. In particolare, ogni linea rappresenta il moto di un asteroide durante 10 giorni. La regione blu rappresenta la parte interna del Sistema Solare, dove si trovano gli asteroidi vicini alla Terra (Near Earth Asteroids), quelli che transitano attraverso l’orbita di Marte e i pianeti terrestri. In verde vediamo la fascia di asteroidi situata tra Marte e Giove, mentre le due regioni arancioni rappresentano gli asteroidi troiani lungo l’orbita di Giove.

A presto!

Sara

Asteroidi monitorati da Gaia (Image credits: ESA)

Il DNA della Via Lattea

Mega ciao!

Abbiamo visto che la missione Gaia ha scoperto terremoti stellari sulla superficie di stelle in cui non ci dovrebbero essere. Ma che altro è stato scoperto?

Gaia ha prodotto la più grande mappa chimica della galassia accoppiata con i moti 3D, che va dai dintorni solari a piccole galassie che circondano la Via Lattea. Perchè è importante?

La composizione chimica delle stelle ci dà informazioni importanti riguardo la loro origine. Infatti, appena dopo il Big Bang tutte le stelle formate erano composte esclusivamente da idrogeno ed elio. Per sostenere il proprio stesso peso, le stelle bruciano l’idrogeno tramite processi di fusione nucleare e lo trasformano in elio. Successivamente bruciano l’elio, trasformandolo in carbonio e, se sono abbastanza massicce, tramite fusioni successive arrivano ad avere un nucleo composto da ferro e nichel. Dunque, potete pensare a tutti gli elementi precedenti al ferro come al carburante della stella. Finito il carburante, le stelle massicce esplodono in supernovae, liberando nello spazio gli elementi pesanti che andranno ad arricchire le nubi molecolari. La nuova generazione di stelle sarà quindi più metallica. Con Gaia è stato scoperto che alcune stelle della nostra galassia sono composte da materiale primordiale, mentre altre (come il Sole) sono più ricche di metalli. Attenzione: per noi astronomi i metalli sono tutti gli elementi più pesanti di idrogeno ed elio (lo so…siamo strani!). In particolare, stelle vicine al centro e al piano galattico sono più metalliche rispetto a quelle che si trovano a grandi distanze. Gaia ha identificato anche stelle nella nostra galassia che in origine appartenevano ad altre galassie. Che altro è stato scoperto?

Lo scopriremo nella prossima puntata!

Intanto, vi ricordo che sono aperte le prenotazioni per l’entrata in osservatorio per l’osservazione pubblica del 2 luglio. Per informazioni scriveteci all’indirizzo

astrofilidischio@gmail.com

A presto!

Sara

Rappresentazione artistica della Via Lattea, che mostra la posizione e la densità di un campione di stelle analizzate da Gaia (Image credits: ESA)

2 miliardi di stelle per Gaia

Mega ciao!

Finalmente ieri è uscita la Gaia Data Release 3, con grandi novità dal Sistema Solare, la Via Lattea e da oggetti extragalattici. Guardate che belle mappe! Si vedono ben due miliardi di stelle della Via Lattea. Il catalogo di Gaia adesso contiene informazioni sulla loro composizione chimica, la temperatura, il colore, la massa, l’età e la velocità radiale, cioè la velocità con cui si muovono verso di noi (o nella direzione opposta). Questi dati sono stati ottenuti con la spettroscopia. Cos’è questa brutta parola?

Avete presente che quando fate passare la luce del Sole attraverso un prisma di vetro si scompone nei colori dell’arcobaleno? Benissimo! Per le altre stelle vale lo stesso discorso. Sull’arcobaleno però si distinguono delle righe nere, chiamate righe spettrali. Queste righe sono poste alle lunghezze d’onda corrispondenti agli elementi chimici di cui è composta la stella. Analizzando più a fondo lo spettro si nota che le righe sono un po’ spostate rispetto a quelle di laboratorio. Questo ci dice una cosa importantissima: se sono spostate verso il rosso la stella si sta allontanando da noi, mentre se sono spostate verso il blu si sta avvicinando. Da qui si riesce a determinare la velocità della stella. Cosa ci dicono le stelle?

Tante cose nuove! Infatti, una delle scoperte più sensazionali emerse dai nuovi dati di Gaia sono i “terremoti” stellari, che cambiano la forma della stella attraverso piccoli movimenti della superficie. In precedenza Gaia aveva già rivelato oscillazioni radiali date dalla pulsazione stellare. Questo nuovo tipo di oscillazioni non radiali invece può essere pensato come a degli tsunami, che sono molto più difficili da scoprire. La cosa pazzesca è che questi terremoti stellari sono stati identificati in stelle in cui, secondo le attuali teorie, non dovrebbero esserci.

Che altro ci dice il nuovo catalogo did Gaia?

Lo scopriremo nella prossima puntata.

A presto!

Sara

#astrofili#astronomia#astrofisica#scienza#universo#ESA#Gaia#GaiaDataRelease3#Stelle#spettroscopia#spettri#righespettrali#motistellari#astrosismologia#terremotistellari#ViaLattea#2miliardidistelle#scoperteastronomiche

Mappe della Via Lattea create con i dati della missione Gaia (Image credits: ESA)

La Prima Foto del Buco Nero Sgr A*

Mega ciao!

Grazie a tutti quelli che hanno seguito la diretta! E’ stato veramente emozionante!

Finalmente abbiamo la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, anche detto Sagittarius A*. Ecco l’immagine ottenuta grazie all’Event Horizon Telescope, un insieme di radiotelescopi sparsi in giro per il mondo! I dati sono stati combinati con una tecnica chiamata interferometria. In pratica, è come se aveste un radiotelescopio delle dimensioni della Terra. Qui vediamo l’ombra del buco nero proiettata sul disco di accrescimento. L’immagine conferma ancora una volta che zio Albert Einstein aveva ragione. La teoria della relatività generale si applica perfettamente indipendentemente dalla massa del buco nero. I dati raccolti ci dicono che la massa del buco nero è di circa 4 milioni di masse solari (quasi in perfetto accordo con quanto trovato studiando il moto delle stelle attorno al centro galattico), le sue dimensioni angolari sono le stesse che avrebbe una ciambella (#adhomersimpsonpiacequestolelemento) sulla superficie della Luna osservata dalla Terra, è in rotazione nello stesso verso del materiale del disco di accrescimento e il suo asse di rotazione è puntato verso di noi, quindi vediamo il disco di accrescimento di faccia. L’altra cosa interessante è che sta mangiando poco. Il suo tasso di accrescimento è molto basso. Per confronto, scalando le proprietà del buco nero all’essere umano, se doveste seguire la stessa dieta del buco nero dovreste mangiare un chicco di riso ogni milione di anni.

Vi lascio con questa foto pazzesca!

Se vi siete persi la diretta potete trovarla tra i video della nostra pagina Facebook.

A presto!

Sara

La prima immagine del buco nero Sgr A* (Image credits: EHT)