Grazie

Mega ciao!

State tutti bene?

Come prima cosa voglio ringraziarvi: abbiamo già raggiunto il numero minimo di 18 partecipanti al corso base di astronomia che partirà il 14 ottobre!

Vi ricordo che ci sono ancora posti, quindi se volete iscrivervi potete mandarmi una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 3 ottobre. Se volete altre informazioni sul corso chiamatemi al numero 3290689207.

Vi chiedo anche un favore: se pensate che il nostro corso possa essere interessante pubblicizzatelo tra amici e parenti. Più siamo meglio è! Aiutateci a diffondere la nostra grande passione per l’universo!

Grazie e a presto!

Sara

Presentazione delle relatrici Vol. 2

Mega ciao!

Vi ricordo che avete tempo fino al 3 ottobre per iscrivervi al corso base di astronomia. Nell’attesa di intraprendere il nostro vieggio spaziale vi presento anche la seconda relatrice. La Dott.ssa Francesca Dal Pozzolo fa parte del Gruppo Astrofili di Schio da 5 anni. La scienza l’ha sempre affascinata moltissimo portandola a conseguire la laurea triennale in Biologia Molecolare a Bologna e la laurea magistrale in Biotecnologie Molecolari e Cellulari. Però l’astronomia è sempre stata il suo pallino che contianua a coltivare. La sua passione per l’universo è talmente grande che la sua Tesi di laurea triennale affrontava un argomento spaziale: Studio sull’origine di microfossili provenienti da ambienti estremi terrestri per trovare analoghi extraterrestri.

Durante il corso, Francesca vi farà compagnia per tre lezioni: nella prima vi illustrerà il ciclo vitale delle stelle portando come esempio il Sole; nella seconda andrete a toccare con mano quanto poco ancora sappiamo dell’universo, dalla sua origine ai giorni nostri; nella terza lezione andrete a studiare l’astrobiologia in un viaggio che parte dalla Terra per poi esplorare altri corpi del Sistema Solare e oltre, per cercare di capire dove potrebbe svilupparsi o essersi sviluppata la vita.

Insomma, anche con Francesca ne vedrete delle belle.

Per maggiori informazioni sul corso chiamatemi al numero 3290689207. Per iscrivervi inviate una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com entro il 3 ottobre.

A presto!

Sara

WD 1856 b: l’esopianeta sopravvissuto

Mega ciao!

Le ultime settimane sono state ricche di notizie astronomiche pazzesche, a partire dall’annuncio di LIGO della scoperta della fusione di due buchi neri che hanno prodotto un buco nero di massa intermedia. Questa settimana è arrivata la strabiliante scoperta della fosfina nell’atmosfera di Venere, che potrebbe indicare la presenza di microrganismi nelle nubi.

Ma non è finita qui!

Sempre questa settimana TESS, il satellite che sta cercando pianeti extrasolari, ha scoperto un pianeta eccezionale. A circa 80 anni luce di distanza da noi, nella costellazione del Dragone, attorno ad una stella di 10 miliardi di anni c’è WD 1856 b. Il pianeta è un grande gigante gassoso, circa 14 volte più grande di Giove, che orbita attorno alla sua stella in circa 34 ore terrestri. Quindi è praticamente una specie di Speedy Gonzales spaziale. Per darvi un confronto, Mercurio orbita attorno al Sole in circa 87,969 giorni terrestri, cioè in 2111,256 ore terrestri. Pertanto WD 1856 b va circa 62 volte più veloce di Mercurio. Ma non è questo il motivo che rende il pianeta eccezionale.

WD 1856 b è il primo pianeta scoperto ad orbitare attorno ad una nana bianca! Pazzesco!

Adesso vi starete domandando perchè questa notizia è così esaltante. Le nane bianche sono cadaveri stellari, che ci danno una buona idea di come finirà il nostro Sole. Stelle di massa simile al Sole trascorrono la maggior parte della loro vita sulla sequenza principale, cioè bruciando l’idrogeno tramite reazioni nucleari e trasformandolo in elio. Finito l’idrogeno si espandono in stelle molto più grandi, chiamate giganti rosse, e bruciano l’elio, tramite una reazione chiamata reazione a 3 alfa, trasformandolo in carbonio. Attenzione che quando dico che la stella si espande intendo che diventa molto più grande. Per esempio, il Sole quando si trasformerà in una gigante rossa arriverà ad inglobare l’orbita di Marte, quindi passerà da un raggio di circa 695500 km ad uno di circa 227 milioni 936 mila e 637 chilometri. Un gran bel salto di qualità, non vi pare? In questa espansione ovviamente disintegrerà tutti e quattro i pianeti interni, quindi abbiamo circa 5 miliardi di anni per cercare di capire come lasciare la Terra e dove andare a vivere. Una volta finito di bruciare tutto l’elio la stella non riuscirà a raggiungere temperature abbastanza elevate da innescare il bruciamento del carbonio. Quindi espellerà gli strati più esterni del suo inviluppo, che andranno a formare una nebulosa planetaria, mentre il nucleo si contrarrà su sè stesso, si rimpicciolirà e diventerà una nana bianca. Le nane bianche sono molto più piccole rispetto alla stella di partenza, con un diametro di qualche migliaio di chilometri, ma sono estremamente più dense. La creazione di una nana bianca di solito distrugge completamente tutti i pianeti che le stanno attorno, ma WD 1856 b è rimasto intero e, come abbiamo visto, si trova molto vicino alla sua stella. Questo è stranissimo perchè la forza di gravità delle nane bianche tende a distruggere tutto quello che gli passa troppo vicino. Per cercare di spiegare la presenza del pianeta vicino alla stella è stato proposto che si sia formato 50 volte più lontano e sia successivamente migrato verso l’orbita attuale. Si sa che oggetti piccoli e lontani, come asteroidi e comete, possono migrare verso le regioni interne di un sistema planetario contenente una nana bianca, ma di solito vengono distrutti dalla sua grande forza di gravità. Questa è la prima volta che viene osservato un pianeta formato in una regione esterna del suo sistema planetario e che è migrato verso l’interno rimanendo intatto. Troppo forte!

A presto!

Sara

Rappresentazione artistica di WD 1856 b (Image credits: NASA)

Presentazione delle relatrici Vol. 1

Mega ciao!

Vi ricordo che avete tempo fino al 3 ottobre per iscrivervi al nostro corso base di astronomia online. Intanto comincio a presentarvi le relatrici. Siamo in tre, quindi un post a testa.

Partiamo da chi aprirà il corso: io! Sono Sara, ma credo che lo sappiate già visto che firmo tutti i post. Sono la Presidente del Gruppo Astrofili di Schio. Mi sono appassionata all’astronomia quand’ero alle elementari e la maestra Paola ci ha spiegato il Sistema Solare. A 14 anni mi sono iscritta al gruppo e non ho mai mollato la mia grande passione. Ho studiato astronomia all’Università di Padova, dove ho preso sia la laurea triennale che quella magistrale con due tesi su uno dei migliori candidati buchi neri di massa intermedia. Durante il corso di base di astronomia mi vedrete in 3 lezioni: nelle prime due vi porterò a spasso tra i pianeti del Sistema Solare, mentre nella terza andremo a distanze maggiori per scoprire cosa sono le galassie, i buchi neri e i nuclei galattici attivi.

Per informazioni sul corso chiamatemi al numero 3290689207 o scrivetemi una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com

A presto!

Sara

Corso base di astronomia

Mega ciao!

Vi ricordo che avete tempo fino al 3 ottobre per iscrivervi al nostro corso base di astronomia online. Durante le lezioni vi porteremo a spasso per il Sistema Solare, dove vedremo le caratteristiche più spettacolari di pianeti, satelliti, asteroidi e comete. Poi passeremo ad analizzare la nascita, vita e morte del Sole e delle stelle. Ci sposteremo a milioni di anni luce di distanza per vedere le caratteristiche delle galassie, dei nuclei galattici attivi e dei buchi neri supermassicci. Scopriremo insieme com’è nato l’universo, quali modelli ne descrivono l’evoluzione e la fine. Torneremo a distanze cosmologiche più piccole parlando della ricerca di pianeti extrasolari. Infine con astrobiologia parleremo della ricerca di vita aliena e di come gli ambienti estremi terrestri ci possano dare un’idea di dove e cosa cercare.

Ho stimolato la vostra curiosità?

Se volete saperne di più trovate il programma e i costi del corso nel sito astroschio.it/corso/

Per ulteriori informazioni mandatemi una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com o chiamatemi al numero 3290689207.

Se invece vi ho già convinti sappiate che iscriversi al corso è facilissimo: basta mandare una mail all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com

Vi aspettiamo numerosi per questo nostro viaggio spaziale!

A presto!

Sara

C’è vita su Venere?

Mega ciao!

Come state? Io sono ancora supergasatissima per la notizia spettacolare annunciata ieri dalla Royal Astronomical Society. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita mentre pubblicavo simultaneamente le parti più succulente dell’evento. Direi però che è necessario andare ad analizzare con calma e in un unico post tutto quello che è stato detto. Siete pronti? Bene! Partiamo!

La scoperta eccezionale riguarda Venere, il secondo pianeta in ordine di distanza dal Sole. Prima procedere nell’analisi vediamo le sue caratteristiche principali. Venere è un pianeta roccioso, con dimensioni simili a quelle della Terra. La maggiore vicinanza al Sole però rende l’ambiente totalmente diverso da quello terrestre e assolutamente inospitale. Infatti su Venere non piove. Perchè le piogge sono importanti? Semplice: sulla Terra hanno permesso al suolo di assorbire la maggior parte dei gas serra emessi dai vulcani. Su Venere invece il gas ha continuato ad accumularsi in atmosfera, sfociando in un effetto serra enorme: 475°C in aumento. L’accumularsi di tutto questo gas provoca anche un’elevata pressione atmosferica: 95 atmosfere (cioè un’atmosfera 95 volte più pesante della nostra). Infine, in atmosfera troviamo una grande quantità di acido solforico, che condensa in goccioline e cade al suolo. Insomma piogge acide come se non ci fosse un domani (ad Alien piace questo elemento). Ottimo! Avete capito che Venere è un’ottima destinazione per le vacanze estive solo se volete morire malissimo (muhahahahahahahahah).

Quale notizia da Venere potrebbe mai essere giunta per far saltare sulla sedia tutti noi poveri astronomi nerd? Hanno trovato la fosfina nelle nuvole del pianeta! E che roba è? Perchè è importante? La fosfina, o PH_3, è una molecola molto particolare che può essere generata in diversi modi: da processi geologici, come eruzioni vulcaniche, o da reazioni chimiche in ambienti ricchi di idrogeno, oppure da processi biologici. In particolare, possiamo trovare la fosfina nelle atmosfere di Giove e Saturno, composte principalmente da idrogeno ed elio. In questi pianeti la fosfina viene prodotta negli strati profondi dell’atmosfera, ad alte temperature e pressioni, e viene trasportata negli strati esterni dai moti convettivi. Le superfici solide dei pianeti rocciosi costituiscono una barriera che delimita gli strati interni. In questi casi la fosfina verrebbe distrutta rapidamente tramite processi di ossidazione nella loro crosta o nell’atmosfera.

La fosfina però viene prodotta anche da processi biologici. In particolare, nell’atmosfera terrestre la fosfina è presente con un’abbondanza di qualche parte per trilione ed è un segno inequivocabile della presenza di attività umana o di microrganismi. Infatti le forme di vita producono questo gas altamente riducente anche in un ambiente ossidante. Quindi la fosfina è considerata un biomarcatore, cioè una molecola che identifica la presenza di attività biologica.

La fosfina è stata identificata per la prima volta nell’atmosfera di Venere nel 2017 con il James Clerk Maxwell Telescope, ad una lunghezza d’onda di 1.123 mm. La stessa riga spettrale è stata osservata grazie all’Atacama Large Millimetre/submillimetre Array (ALMA) nel 2019. Questo è molto importante perchè, se fate delle osservazioni o degli esperimenti, una delle cose più importanti quando si parla di scienza è che le osservazioni devono essere confermate e gli esperimenti devono essere ripetibili da chiunque. Quindi la conferma di ALMA ci dice che l’osservazione del 2017 non era dovuta ad errori strumentali o ad un’analisi svolta male (che top!). I dati dei due telescopi concordano sulla velocità e larghezza della riga e sono consistenti per quanto riguarda la profondità della riga. E’ stato escluso che la riga fosse dovuta alla contaminazione da parte di altri gas. L’unico gas che potrebbe contaminare il risultato è il biossido di zolfo, ma l’analisi indica che mimerebbe solamente la forma della fosfina ed è stato escluso. Non esistono altre specie chimiche in grado di produrre le caratteristiche osservate, quindi l’osservazione della fosfina è confermata per i seguenti quattro motivi:

1- l’assorbimento è stato osservato con profondità della riga comparabili da due telescopi indipendenti;

2- le misure della riga risultano consistenti usando metodi di elaborazione diversi;

3- la sovrapposizione degli spettri ottenuti dai due telescopi non mostra caratteristiche negative;

4- non ci sono altri candidati possibili per spiegare questa riga.

La velocità della riga della fosfina risulta di qualche chilometro al secondo, tipica dell’assorbimento nell’alta atmosfera di Venere. Grazie a delle tecniche si può convertire il profilo della riga nella distribuzione verticale di questa molecola, ma ci sono delle incertezze dovute al fatto che non si conosce bene la diluizione e la pressione di allargamento della riga. Si stima comunque che il continuo da cui si vede l’assorbimento è originato ad un’altitudine di 53-61 km, nello strato di nubi medio/alto. Quindi la fosfina dovrebbe trovarsi almeno a quell’altitudine, in cui la temperatura e la pressione sono rispettivamente di 30°C e di 0.5 bar. Tuttavia la fosfina potrebbe formarsi ad altitudini minori, in ambiente quindi più caldo, e diffondere poi verso l’alto. La fosfina è stata identificata a latitudini medie, mentre ai poli è assente.

L’abbondanza della fosfina in atmosfera di Venere è stata calcolata confrontando i dati del JCMT con i modelli ed è risultata di compresa tra circa 20 e 30 parti per miliardo. Questi valori sono molto alti per un’atmosfera ossidante come quella di Venere.

Per cercare di spiegare la presenza di fosfina sono stati analizzati diversi scenari:

– eventi energetici come i fulmini. Possono verificarsi in atmosfera di Venere ma produrrebbero una quantità di fosfina molto inferiore a quella osservata;

– attività vulcanica. Dovrebbe essere almeno 200 volte superiore rispetto a quella sulla Terra per rilasciare in atmosfera abbastanza fosfina. Gli studi topografici hanno però evidenziato che i vulcani attivi su Venere sono troppo pochi;

– meteoriti. Possono portare fosforo su un pianeta, ma in questo caso non sono sufficienti a spiegare la fosfina;

– processi esotici. Ad esempio processi di frizione o protoni del vento solare possono generare la fosfina, però la quantità è troppo bassa.

In conclusione, la fosfina in atmosfera di Venere non può essere prodotta da processi geologici o chimici conosciuti. Potrebbe originarsi da processi sconosciuti o dalla presenza di forme di vita. Servono ovviamente ulteriori analisi in quanto la composizione e stratificazione dell’atmosfera del pianeta non è ancora conosciuta. Comunque è stato proposto che le celle di circolazione di Hadley, situate a latitudini medie, potrebbero offrire un ambiente stabile per la vita. Il tempo di circolazione è di 70-90 giorni, perfetto per la riproduzione di microrganismi (se questi sono simili a quelli terrestri). La fosfina non è stata rilevata a latitudini superiori ai 60°, consistente con il limite superiore proposto per le celle di Hadley in cui il gas circola ad altitudini minori.

Questa scoperta pazzesca non è ancora una prova certa della presenza di vita, che sarebbe decisamente difficile da spiegare in un ambiente iper acido come le nuvole di Venere, però fa ben sperare. Solo con future analisi e, possibilmente, con sonde che andranno ad esplorare il pianeta riusciremo a scoprire se la presenza di fosfina è dovuta veramente a delle colonie di microrganismi che popolano le nuvole di Venere.

A presto!

Sara

Plutone e la definizione di pianeta

Mega ciao!

Quando andavo alle elementari e la mitica maestra Paola ci ha spiegato il Sistema Solare mi sono innamorata dell’astronomia! Durante le interrogazioni una delle domande più gettonate era: “Quali sono i pianeti del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole?” Allora partivamo a recitare: “Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone”. Nel 2006 però una cosa è cambiata. Ahimè, Plutone è stato declassato a pianeta nano. Nei primi anni 2000 gli astronomi avevano cominciato a scoprire diversi corpi con dimensioni simili al piccolo Plutone, quindi ogni tanto comparivano titoloni sui giornali che recitavano “E’ stato scoperto una altro pianeta nel Sistema Solare!”.

A quel punto la festa dei pianeti stava diventando troppo affollata, quindi gli astronomi hanno deciso di riunirsi e di decidere una volta per tutte la definizione di pianeta.

Cos’è un pianeta?

E’ un corpo che ha abbastanza massa da aver assunto una forma sferica, che deve orbitare attorno al Sole (o ad altre stelle se considerate i pianeti extrasolari) secondo un’orbita ellittica (a Keplero piace questo elemento) e che deve aver ripulito le vicinanze della sua orbita da eventuali detriti (come piccoli asteroidi).

Tutti i pianeti del nostro sistema rientravano in questa definizione tranne il povero Plutone, che è stato declassato a pianeta nano. Nonostante ciò, il piccolo Pluto rimane un oggetto molto interessante. E’ stato scoperto grazie ad un astronomo eccezionale: Percival Lowell. Pensate che lui non ha mai osservato Plutone, ma è riuscito a calcolarne l’orbita in base alle perturbazioni dell’orbita di Nettuno. Nel 1930 l’astronomo Clyde Tombaugh l’ha scoperto nel punto predetto da Lowell. Il pianeta nano però è talmente lontano che, anche utilizzando il telescopio spaziale Hubble, le sue immagini risultano come una serie di pixel sfuocatissimi (qui sotto potete vedere Plutone insieme a Caronte, la sua luna più grande). Per questo motivo alla NASA hanno deciso di spedire una sonda alla volta di Plutone. La New Horizons è partita nel 2006 e ha raggiunto il pianeta nano nel 2015, regalandoci delle immagini spettacolari e raccogliendo dei dati importantissimi che ci hanno permesso di capire meglio le caratteristiche di Plutone.

Cos’ha scoperto?

Lo vedremo nella prossima puntata.

A presto!

Sara

Plutone e Caronte (Image credits: NASA)

SOLUZIONE ASTROQUIZ 17: lo scontro tra due buchi neri

Mega ciao!

Dalle vostre risposte mi sono resa conto di avervi fatto un quiz troppo facile, comunque vediamo subito la

SOLUZIONE ASTROQUIZ 17

Vi avevo chiesto cosa succede quando due buchi neri si scontrano. La risposta corretta è: si fondono tra di loro in un buco nero più massiccio. Questo fenomeno è stato osservato per la prima volta grazie a LIGO, il rivelatore di onde gravitazionali, nel 2015. Questa scoperta è stata veramente eccezionale! Pensate che le onde gravitazionali erano state teorizzate da zio Albert Einstein nel lontano 1915, ma ci sono voluti 100 anni per avere la tecnologia abbastanza avanzata da riuscire a rivelarle. Per questo dobbiamo ringraziare il Prof. Kip Thorne #sempresialodato, che con il suo team in 30 anni di lavoro è riuscito a nell’impresa. Ma perchè due buchi neri si fondono e cosa resta dopo la fusione? I buchi neri si possono trovare legati gravitazionalmente l’uno all’altro in sistemi binari. Nel sistema i due oggetti orbitano attorno al centro di massa, ma possono perdere momento angolare quindi le orbite si stringono e i due oggetti spiraleggiano l’uno verso l’altro. Ad un certo punto si scontrano e si fondono in un buco nero più grande, emettendo onde gravitazionali, cioè delle perturbazioni della metrica dello spazio-tempo che si propagano nell’universo sotto forma di onde. La cosa interessante è che la somma delle masse dei due buchi neri di partenza è superiore rispetto a quella del buco nero risultante. Questo perchè parte della massa viene rilasciata nello spazio sotto forma di energia, in particolare come onde gravitazionali. Come mai? Ce lo dice di nuovo zio Albert Einstein. Massa ed energia sono la stessa cosa! Questo concetto è espresso dalla famosissima formula:E = m*c^2dove E è l’energia, m è la massa dell’oggetto e c è la velocità della luce.Pensate che la prima fusione di buchi neri osservata con LIGO ha coinvolto due oggetti di 29 e 36 masse solari. Il buco nero risultante era di 62 masse solari, quindi 3 masse solari sono state espulse come onde gravitazionali. Questa è una quantità di energia enorme! Ma se l’energia è così grande perchè ci sono voluti 100 anni per riuscire a scoprirle fisicamente? Semplicemente perchè l’ampiezza delle onde è di una parte su 10^(-21), cioè 0.000000000000000000001.

La settimana scorsa è uscita una notizia pazzesca! E’ stata rivelata un’onda gravitazionale proveniente dalla fusione di due buchi neri di rispettivamente di 85 e 66 masse solari. Il buco nero risultante è di circa 142 masse solari! Questa è la prima osservazione confermata di un buco nero di massa intermedia. Questi oggetti hanno masse comprese tra le 100 e le 100000 masse solari e rappresentano il tassello mancante per capire la formazione dei buchi neri supermassicci. Infatti, sappiamo che i buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie hanno masse superiori a 1 milione di masse solari. Però non esiste nessuna stella che possa raggiungere una massa del genere. Quindi si è ipotizzato che i buchi neri supermassicci possano formarsi dalla fusione di buchi neri di massa intermedia. Il problema è che, fino alla settimana scorsa, le prove dell’esistenza di questi oggetti erano ben poche. Infatti con i telescopi che analizzano dati a diverse lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico possiamo ottenere solo dei limiti sulla massa degli oggetti che osserviamo, non la certezza assoluta. La cosa fenomenale delle onde gravitazionali è che permettono di calcolare con precisione grandiosa le masse degli oggetti di partenza e di quello risultante.

Quindi finalmente abbiamo la prova assoluta: i buchi neri di massa intermedia esistono!

Boom!

Quanto mi gasano queste notizie!

A presto!

Sara

Simulazione numerica della fusione di due buchi neri consistente con il segnale GW190521, che ha confermato l’esistenza dei buchi neri di massa intermedia (Image Credits: N. Fischer, H. Pfeiffer, A. Buonanno, Max Planck Institute for Gravitational Physics)

Lezioni di astronomia per le scuole

Mega ciao!

La scuola sta per cominciare, quindi ricordo a tutti gli insegnanti e genitori che ci seguono che il nostro gruppo è attivo nella divulgazione per bambini delle elementari e ragazzi delle medie e del liceo. Potete prenotare lezioni su vari argomenti: dal Sistema Solare ai pianeti extrasolari, dall’evoluzione stellare alle galassie. Insomma potete spaziare un po’ su tutta l’astronomia! Come tutti gli anni (situazione covid permettendo) siamo prontissimi ad andare direttamente nelle scuole! Per le lezioni sul Sistema Solare oltre alla presentazione in power point porteremo nelle scuole la sfera didattica, uno strumento eccezionale che permette di visualizzare molto bene i pianeti.

Nel caso in cui la situazione covid non permetta di fare lezione in presenza siamo disponibili anche per videoconferenze!

Per maggiori informazioni scrivetemi all’indirizzo astrofilidischio@gmail.com o chiamatemi al numero 3290689207.

A presto!

Sara

Corso Base di Astronomia

Mega ciao!

Dopo qualche settimana di meritato riposo siamo di nuovo qui! Come state? Siete pronti per la grande novità che vi avevo promesso?

Dal 14 ottobre partirà il corso base di astronomia organizzato dal Gruppo Astrofili di Schio. Vista la situazione covid le lezioni saranno tutte online. Ci troveremo in videoconferenza ogni mercoledì alle 21:00 per esplorare i misteri dell’universo! Vi porteremo a spasso per il Sistema Solare per conoscere da vicino pianeti, satelliti, asteroidi e comete. Poi ci sposteremo a qualche anno luce di distanza per capire come nascono, vivono e muiono le stelle. Il viaggio continuerà a bordo dell’Endurance che ci porterà a qualche milione/miliardo di anni luce per svelare le caratteristiche di galassie e nuclei galattici attivi. Dopo aver visto stelle e galassie toccherà alla cosmologia con cui scoprirete come sono state le prime fasi di vita dell’universo. Passeremo poi ad argomenti un po’ più semplici riportandovi a distanze cosmologiche molto più piccole con due lezioni sugli argomenti più scottanti dell’astronomia degli ultimi anni: pianeti extrasolari, cioè orbitanti attorno a stelle diverse dal Sole, e astrobiologia, cioè la ricerca dei nostri cugini extraterrestri (occhio che questa lezione non parlerà di UFO…per vederli vi bastano 4 funghetti allucinogeni, ma ve lo sconsiglio perrchè altrimenti diventate complottisti!).

Come vi sembra il programma del nostro corso? Siete pronti a partire con noi per questo viaggio spaziale? Se la risposta è sì, trovate tutte le informazioni (date, programma, costo, contatti) per l’iscrizione sul sito astroschio.it/corso/

Vi anticipo qui che il corso partirà solo se raggiungeremo il numero minimo di 18 partecipanti.

Per avere maggiori informazioni potete tranquillamente chiamarmi al numero 3290689207 (preferibilmente in orari serali o a pranzo).

Vi aspettiamo numerosi!

A presto!

Sara