Mega ciao! Scusate l’assenza di ieri ma ero in quel di Padova a fare un esame….è andato bene…pare che entro fine anno mi laureo #noncipossocredere.
Giusto perchè siamo in vena di dare grandi notizie, vi anticipo che
l’11 novembre a Schio faremo osservazione pubblica di un evento
astronomico pazzesco: il transito di Mercurio. In pratica dato che
Mercurio, che con i suoi 4758 km di diametro è il pianeta più piccolo
del Sistema Solare, si trova tra la Terra e il Sole, può succedere
che passi sopra il disco solare eclissandolo parzialmente. Quindi con i
telescopi messi a disposizione dal Gruppo Astrofili potrete ammirare un
pallino nero (Mercurio) transitare sopra il disco del Sole, provocando
una diminuzione della luminosità della nostra stella (pensate che sullo
stesso principio si basa il metodo dei transiti, con cui si cercano
pianeti extrasolari). Dunque l’11 novembre vi aspettiamo per osservare
insieme questo evento straordinario. Mi raccomando, non perdetevelo
perchè altrimenti vi toccherà aspettare il 2032 per poter assistere al
transito successivo. A presto!
Mega ciao! SOLUZIONE ASTROQUIZ 22 Vi avevo chiesto su quali
satelliti del Sistema Solare sono presenti degli oceani. La risposta
corretta è: Encelado ed Europa. Phobos e Deimos, le due piccole lune di
Marte, hanno delle forme un po’ strane e presentano una superficie
caratterizzata da numerosi crateri, alcuni del diametro di svariati
chilometri, che testimoniano un passato burrascoso. Phobos e Deimos non
si sono formati come la nostra Luna, Encelado ed Europa. Infatti tanto tempo
fa erano semplicemente degli asteroidi. Passando vicino a Marte sono
stati catturati dal suo campo gravitazionale, ma si trovano in orbite
instabili e tra qualche migliaio di anni si schianteranno sul pianeta.
Encelado, satellite di Saturno, ed Europa, satellite di Giove,
presentano invece una superficie ricoperta da uno strato di ghiaccio
spesso diversi chilometri. Grazie alle sonde Voyager si è visto che su
Europa ci sono delle spaccature sullo strato di ghiaccio, che sono
provocate da intense forze di marea, e che i blocchi slittano l’uno
rispetto all’altro. Si è scoperto che sotto la crosta ghiacciata c’è un
oceano d’acqua e, grazie al Telescopio Spaziale Hubble, si è visto che
del materiale viene espulso da una delle spaccature. Si pensa che questo
sia un geyser e che il materiale eruttato sia quello presente
nell’oceano. Questo fa pensare che siano presenti sorgenti idrotermali
subacquee, che sono luoghi ideali per lo sviluppo della vita. Su
Encelado sono presenti delle spaccature nella crosta ghiacciata, che
vengono chiamate strisce di tigre, in cui è presente un sistema di circa
100 geyser. Anche sotto il ghiaccio di questo satellite è presente un
oceano d’acqua. La cosa interessante è che la sonda Cassini è passata
attraverso il materiale eruttato dai geyser e l’ha analizzato
chimicamente, scoprendo una grande quantità di idrogeno. Questo ci dice
che sono presenti sorgenti idrotermali subacquee e le prossime missioni
andranno a vedere se si è sviluppata la vita come nelle sorgenti
terrestri, in cui sono presenti pesciolini, molluschi e gamberetti.
Insomma è molto probabile che su Encelado ci sia sushi gratis per tutti #allyoucaneat! A presto!
Mega ciao!
Direi che è giunta l’ora di fare un po’ di chiarezza su alcune notizie
che sono uscite su diversi giornali negli ultimi tempi. Ringraziate
Geky, il nostro lunapiattista di fiducia (scherzo, non crede che la Luna
sia piatta), per avermi fatto notare questi articoli. Partiamo con
l’allarmismo lanciato per un paio di ASTEROIDI che, proprio in questi
giorni, dovrebbero passare “vicinissimi” alla Terra. Ovviamente ogni
volta che si sente una cosa del genere (praticamente ogni altro giorno
grazie a chi cerca di ottenere più like e click possibile sul proprio
sito o sulla pagina facebook) si pensa subito ai poveri dinosauri. Ma
non preoccupatevi! Gli asteroidi che stanno passando adesso nel punto di
massimo avvicinamento arriveranno a circa 5 milioni e 320 mila
chilometri dalla Terra. Vi sembra vicino? A me no! Basta pensare che la
Luna si trova ad una distanza di circa 380 mila chilometri e scommetto
che non vi addormentate di notte con la paura che vi caschi in testa!
Questi asteroidi passano più lontani addirittura del punto in cui verrà
posizionato il Telescopio Spaziale James Webb, di cui vi avevo parlato
negli scorsi post, che sarà posto a circa 1 milione e 500 mila
chilometri di distanza. Quindi dormite sonni tranquilli, che questi due
asteroidi di sicuro non si schianteranno sulla Terra. Se avete
dubbi/paure riguardanti gli scontri cosmici potete andare nel sito della
NASA e dell’ESA. Se lì non trovate notizie su asteroidi in rotta di
collisione con la Terra allora non vi dovete preoccupare. In caso
contrario manderemo Bruce Willis a trivellarlo e a farlo esplodere con
una testata nucleare (scherzo). L’altra notizia che esce
praticamente ogni mese è quella della SUPER LUNA, con la sola differenza
che le cambiano colore ogni volta passando dal rosa al blu. L’ultima è
stata la notiziona della super Luna nera, cosa che ha decisamente
annullato il mio quoziente intellettivo e ha fatto rivoltare nella tomba
tutti gli astronomi. L’articolo diceva che la Luna si trovava nel punto
più vicino alla Terra, quindi penserete: ok, fantastico, dai che si
vede più grande! Ma se la Luna è nera vuol dire che è in fase di Luna
nuova, cioè in cui non la vediamo perchè la faccia che rivolge verso di
noi non è illuminata dal Sole! Io queste notizie proprio non le capisco!
Tra l’altro, anche se la Luna fosse visibile nel punto più vicino alla
Terra, per noi risulterebbe molto difficile riuscire ad accorgerci ad
occhio della differenza di dimensioni. Per non parlare dei cubi alieni che escono dal Sole….
Questo post, che ad alcuni potrebbe sembrare inutile, per me è molto
importante. Non fidatevi mai delle notizie astronomiche che vengono
pubblicate da siti e giornali non specializzati. Se volete notizie
scientifiche riportate in modo serio andate nei siti della NASA,
dell’ESA, dell’ESO e del Telescopio Spaziale Hubble o, se non sapete
l’inglese, continuate a seguire questa pagina e pagine di astrofili.
Leggete i libri di astronomia di Margherita Hack, di Stephen Hawking e
di Kip Thorne (sempre sia lodato). Comprate ai vostri figli libri di
astronomia e insegnate loro la scienza. Non vogliamo che da grandi
diventino dei terrapiattisti. Se avete domande astronomiche non
esitate a chiedere! E’ sempre bello parlare di astronomia a chi ha
voglia di imparare e scoprire cose nuove! A presto!
Mega ciao! Come vi accennavo tempo fa, la ricerca e lo studio di
pianeti extrasolari, cioè di pianeti orbitanti attorno ad una stella
diversa dal Sole, sta andando particolarmente forte negli ultimi anni.
Con il Telescopio Spaziale Kepler sono stati individuati tantissimi
possibili candidati, molti dei quali sono stati poi confermati, e la
ricerca sta continuando con il Telescopio Spaziale TESS. Recentemente è
uscita una notizia particolarmente entusiasmante: è stato rivelato
per la prima volta vapore acqueo nell’atmosfera di un esopianeta! La
cosa eccezionale è che questo pianeta si trova anche nella fascia di
abitabilità, cioè in quella regione di un sistema planetario in cui le
temperature sono tali da permettere la presenza di acqua liquida sulla
superficie dei pianeti. Andiamo ad analizzare più da vicino il sistema.
Il pianeta K2-18b orbita attorno ad una stella nana rossa in circa 33
giorni terrestri, con un semiasse maggiore dell’orbita di 0,143 AU
(Unità Astronomiche, dove 1 AU corrisponde alla distanza tra la Terra e
il Sole, che è di circa 150 milioni di chilometri). La stella ha una
massa di circa 0,36 masse solari e una temperatura superficiale di circa
3457 K. Il pianeta è considerato una super-Terra, cioè rientra in
quella classe di pianeti con masse e dimensioni comprese tra quelle
della Terra e quelle di Nettuno. K2-18b ha una massa di circa 8,92 masse
terrestri e un raggio di circa 2,37 raggi terrestri. Il sistema si
trova nella costellazione del Leone, solamente a 110 anni luce di
distanza da noi. Gli astronomi pensano che nella sua atmosfera, oltre al
vapore acqueo, possano essere presenti anche altre molecole. Studi
futuri andranno a verificare la presenza di queste eventuali molecole e
cercheranno di capire se si sia potuta sviluppare qualche forma di vita
su questo pianeta. Scommetto che il Telescopio Spaziale James Webb darà
un grande contributo per rispondere a questi interrogativi! A presto!
Mega ciao! SOLUZIONE ASTROQUIZ 21 Vi avevo chiesto su quale
pianeta/satellite del Sistema Solare, oltre alla Terra, sono presenti
laghi. La risposta corretta è: su Titano. Su Marte infatti non può
esistere acqua allo stato liquido in superficie a causa della bassissima
pressione atmosferica. La pressione su Marte è variabile tra 4,0 e 6,1
millibar, mentre qui sulla Terra abbiamo 1013 millibar. La pressione
atmosferica è importantissima per la presenza di acqua liquida. Cosa succederebbe
se cercassimo di creare un lago artificiale su Marte? L’acqua
comincerebbe a bollire, rimanendo però a temperatura ambiente, ed
evaporerebbe nel giro di pochissimi minuti. Su Titano invece, grazie
alla sonda Cassini, sono stati scoperti fiumi e laghi di metano. Tra
questi c’è il lago Kraken, che prende ovviamente il nome dal mostro
mitologico presente in “Pirati dei Caraibi e la maledizione del forziere
fantasma”, che ha una superficie di 400000 km^2. Su Titano c’è il ciclo
del metano, come qui sulla Terra c’è il ciclo dell’acqua. Inoltre ha
un’atmosfera simile a quella che aveva la Terra primordiale, quindi si
pensa che potrebbe essersi sviluppata una forma di vita basata sul
metano. Le prossime missioni andranno a verificare se questo sia
avvenuto. La sonda Cassini ha raccolto un’incredibile mole di dati, che
sono ancora in fase di analisi, quindi nonostante la missione sia finita
da quasi due anni continua a sfornare nuove interessanti scoperte. Una
di queste riguarda proprio i laghi di Titano. Dall’analisi della
conformazione delle sponde dei laghi sembra che siano dei crateri
formati dall’esplosione di azoto liquido in seguito all’innalzamento
della temperatura, che sono stati successivamente riempiti da metano
liquido. Questo testimonia che Titano ha avuto una storia un po’
movimentata, che ha visto l’alternarsi di periodi di innalzamento e
abbassamento delle temperature. A presto!
Mega ciao! Abbiamo visto quali sono gli obiettivi principali del
Telescopio Spaziale James Webb. In questo e nei prossimi post andremo ad
analizzarli nel dettaglio. Partiamo dalla ricerca di pianeti
extrasolari e lo studio della loro atmosfera. I primi esopianeti
scoperti si trovavano in un sistema orbitante attorno ad una stella
molto diversa dal Sole: una pulsar. Queste sono stelle morte, per cui è
altamente improbabile che sui suoi pianeti si possa essere sviluppata la
vita. Uno degli obiettivi del James
Webb è di analizzare le atmosfere degli esopianeti alla ricerca dei
mattoncini fondamentali per la vita. Come si svilupperà lo studio? Il
telescopio cercherà pianeti con il metodo dei transiti, cioè andando ad
analizzare la curva di luce della stella. Se sono presenti dei pianeti
con un’orbita che giace lungo la nostra linea di vista o poco inclinata,
allora i pianeti transiteranno sul disco stellare, provocando una
diminuzione del flusso rivelato da terra, con una tipica curva di luce
ad U. Questa diminuzione si verificherà periodicamente. Inoltre il
telescopio è dotato di un coronografo, che permetterà di avere immagini
dirette di pianeti vicini a stelle molto luminose. Il pianeta apparirà
come una macchiolina, apparentemente insignificante. In realtà da questa
macchia, usando la spettroscopia, si possono ricavare informazioni
importantissime: il colore del pianeta, la differenza tra inverno ed
estate, la rotazione, il meteo e se è presente o meno della vegetazione.
Cos’è la spettroscopia e com’è possibile riuscire ad ottenere tutte
queste informazioni? La spettroscopia consiste nel far passare la luce
della stella attraverso uno spettrografo, uno strumento che permette di
scomporre la luce nei colori dell’arcobaleno. Sull’arcobaleno si formano
delle righe scure, chiamate righe spettrali, che sono posizionate in
punti (a lunghezza d’onda) ben precisi. Ogni riga corrisponde ad un
elemento chimico, che può essere individuato dal confronto con la
lunghezza d’onda ottenuta in laboratorio. In pratica quando il pianeta
transita sul disco stellare, la luce della stella passa attraverso la
sua atmosfera, quindi lo spettro ottenuto sarà una sovrapposizione di
quello stellare e di quello dell’atmosfera del pianeta. Sappiamo che gli
spettri si fanno anche con luce ottica. Perchè è importante ottenerli
nell’infrarosso? E’ proprio in questa banda spettrale che le molecole
presenti nelle atmosfere degli esopianeti mostrano più caratteristiche
spettrali. Lo studio delle atmosfere dei pianeti extrasolari con questo
metodo può quindi rispondere a diverse domande tra cui: esiste un
pianeta, di dimensioni simili alla Terra, che presenti acqua in
atmosfera? La risposta a questa domanda è fondamentale e può aiutarci a
capire se la vita possa essersi sviluppata in altri angoli della nostra
galassia. A presto!
Mega ciao! Il Telescopio Spaziale James Webb verrà lanciato il 30
marzo del 2021. Abbiamo detto che, mentre HST (Hubble Space Telescope)
lavora prevalentemente nell’ottico, il telescopio andrà a sondare
l’universo nell’infrarosso. Quali sono gli obiettivi della missione?
Cosa sperano di vedere gli astronomi? Il James Webb andrà ad osservare
tutte le fasi della storia dell’universo: dal Big Bang alla formazione
delle galassie, delle stelle e dei pianeti. Ci porterà indietro nel
tempo, fino a 13 miliardi e 500 milioni di anni fa, per vedere la
formazione delle prime stelle e delle prime galassie. Grazie
all’osservazione delle prime galassie permetterà di fare un confronto
con le galassie presenti nell’universo attuale, per capire se hanno
qualcosa di diverso e come evolvono questi oggetti nel tempo. Ossevando
nell’infrarosso si riesce a vedere cosa c’è dentro e oltre le nebulose,
quelle nuvolette di gas e polvere che si trovano nello spazio
interstellare (qui sotto potete vedere un confronto tra le immagine
nell’ottico e nell’infrarosso della nebulosa M16) . In particolare
sappiamo che le stelle si formano nelle nubi molecolari e che parte del
gas e della polvere rimasti vanno a formare dischi protoplanetari, da
cui nascono i pianeti. Nell’ottico non è possibile penetrare in
profondità in questi oggetti, quindi le prime fasi della formazione
stellare e planetaria restano invisibili. Il James Webb, lavorando
nell’infrarosso, penetrerà dentro le nebulose e ci permetterà di
osservare la formazione di stelle e pianeti. Questo aiuterà a capire
meglio come si è formato il Sistema Solare. Il James Webb permetterà
inoltre di analizzare le atmosfere dei pianeti extrasolari, cioè dei
pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole. Capire la
composizione chimica delle atmosfere di questi oggetti è fondamentale
per individuare pianeti simili alla Terra potenzialmente abitabili. Si
pensa infatti che con il James Webb sarà possibile individuare
nell’universo i mattoncini indispensabili per la vita come la conosciamo
sul nostro pianeta. A presto!
Mega ciao! Abbiamo visto che i prossimi anni saranno molto
interessanti, con missioni spaziali che porteranno l’uomo sulla Luna e,
probabilmente, su Marte. Ma anche per i giovani astronomi che rimarranno
con i piedi ben ancorati a terra saranno anni estremamente
interessanti. Infetti è previsto per il 2021 il lancio del Telescopio
Spaziale James Webb, che andrà a rimpiazzare il mitico Hubble. Il James
Webb sarà un po’ più grande, con uno specchio primario del diametro di
6,5 metri (ovviamente non costruito in
un blocco unico, ma composto da 18 specchi esagonali), mentre lo
specchio primario del Telescopio Spaziale Hubble è di soli 2,5 metri.
Gli specchi saranno ricoperti di berillio e oro in modo da riuscire a
rivelare la luce infrarossa, mentre l’Hubble funziona principalmente
nell’ottico. Mentre HST si trova in orbita intorno alla Terra, James
Webb sarà spedito nel punto Lagrangiano L2, cioè uno dei punti di
equilibrio del potenziale gravitazionale del sistema Terra-Sole-Luna,
che si trova a circa 1 milione e 500 mila chilometri dalla Terra. Il
posizionamento nel punto L2 permetterà agli scudi di proteggere la
delicata strumentazione del telescopio dal calore del Sole. L’unico
problema è che se i pannelli non si dispiegheranno il telescopio sarà
inutilizzabile e, trovandosi così lontano dalla Terra, sarà impossibile
organizzare delle missioni per riparare lo strumento. Incrociamo le dita
e speriamo che vada tutto per il meglio! Cosa ci si aspetta di vedere con il Telescopio Spaziale James Webb? Lo scopriremo nella prossima puntata. A presto!
Mega ciao! Abbiamo visto che presto partiranno le missioni
Artemis, che porteranno l’uomo a costruire delle colonie permanenti
sulla Luna. Potrebbero sorgere spontanee alcune domande: questo progetto
è realizzabile? Quali possono essere i problemi di una missione del
genere? Di sicuro si può fare e la NASA sta già testando razzi e
navicelle spaziali che serviranno per la missione. Ovviamente nelle
missioni spaziali ci possono essere un sacco di problemi. Tralasciamo il
fatto che l’astronave potrebbe
esplodere o avere dei guasti durante il viaggio, com’è successo
all’Apollo 13. Il problema principale per l’uomo sono le radiazioni.
Infatti quando usciamo dalla Terra viene a mancare la protezione data
dall’atmosfera e dal campo magnetico terrestre, che fanno da scudo dalle
radiazioni dannose provenienti dal Sole (raggi UV) e da eventi
energetici che si verificano nello spazio. Sulla Luna non c’è atmosfera,
motivo per cui i crateri si sono conservati intatti dalla loro
formazione avvenuta miliardi di anni fa, e c’è un campo magnetico molto
debole (circa 1/100 di quello terrestre). Questo non è sufficiente a
schermare la superficie lunare dalle radiazioni spaziali. La dose di
radiazione si misura in Sievert (Sv) in cui 1 Sv corrisponde
all’assorbimento di radiazione pari a 10 erg di energia gamma da parte
di un grammo di tessuto vivente. L’assorbimento di 1 Sv in un periodo
breve di tempo causa avvelenamento da radiazione, mentre 10 Sv risultano
fatali. Sulla superficie terrestre arriva una dose di radiazione di 3
mSv (milliSievert) all’anno, mentre sulla Luna si raggiungono i 438 mSv
annui. Nello spazio la dose è ancora più alta: 657 mSv all’anno. Le
missioni spaziali aumentano quindi la probabilità di morire di cancro.
Per questo si pensa di costruire gli habitat nel sottosuolo, in quanto
il terreno fa da scudo contro le radiazioni. Al momento alla NASA e
all’ESA stanno lavorando per cercare di capire quanto in profondità sia
necessario andare per avere una schermatura adeguata. A presto!
Mega ciao! L’incredibile corsa allo spazio, cominciata negli anni
’50, ha visto Stati Uniti e Unione Sovietica sfidarsi nel
raggiungimento di obiettivi spaziali a prima vista impossibili. Questa
gara è culminata con le missioni Apollo e in particolare con
l’allunaggio avvenuto il 20 luglio del 1969. Nella missione Apollo 11
Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono diventati i primi esseri umani a
saltellare come dei canguri sulla superficie del nostro satellite,
mentre Michael Collins li aspettava in
orbita attorno alla Luna a bordo del modulo di comando. Le missioni sono
continuate fino all’Apollo 17, partita il 7 dicembre 1972. Da allora
però nessun uomo ha messo più piede sulla superficie del nostro
satellite. Adesso è arrivato il momento di tornarci! La NASA ha
cominciato a lavorare alle missioni Artemis, che hanno come obiettivo
quello di riportare l’essere umano sulla Luna. Se tutto va bene la prima
missione partirà nel 2024 e, finalmente, porterà una donna ad allunare #eraora#girlpower.
Le missioni Artemis sono un po’ diverse rispetto alle Apollo. Infatti
l’obiettivo non è solo quello di allunare, raccogliere campioni da
analizzare e piazzare strumenti scientifici vari che posso permetterci
di rispondere a grandi quesiti scientifici, ma, entro il 2028, vogliono
costruire una base lunare permanente. Quindi colonizzeremo la Luna!
Quali saranno i passi che porteranno a questa incredibile impresa? Si
parte l’anno prossimo con la missione Artemis 1, che sarà senza
equipaggio in modo da testare tutti i sistemi della navicella e
verificare che tutto funzioni correttamente. La NASA ha imparato bene
dalle missioni Apollo, dalla Challenger e dalla Columbia che questo
andare nello spazio può essere estremamente pericoloso. Molti astronauti
sono morti per portare l’umanità nello spazio e non si vuole correre il
rischio di perdere altre vite. Nel 2022 partirà Artemis 2, la prima
missione con equipaggio, che testerà tutti i sistemi della navicella
facendo due orbite attorno alla Terra per poi darsi una bella spinta
verso la Luna. Gli astronauti a bordo della navicella Orion faranno un
bel giro attorno al nostro satellite, vedranno il lato nascosto della
Luna da vicino e torneranno a casa. Se le missioni andranno come
previsto, nel 2024 partirà Artemis 3 e finalmente l’essere umano tornerà
sulla superficie del nostro satellite. La zona designata per
l’allunaggio è il Polo Sud lunare, dove gli astronauti cercheranno
depositi di ghiaccio che potranno fare da riserva per le successive
missioni. Andranno inoltre a compiere ricerche scientifiche che possono
aiutare a comprendere meglio la formazione della Terra e del nostro
satellite. Infine bisogna capire come vivere e lavorare sulla superficie
di un corpo diverso dalla Terra, in vista delle future missioni umane
su Marte. I prossimi anni saranno dunque particolarmente interessanti
dal punto di vista delle missioni spaziali. Sarà emozionante vedere la
NASA tornare sulla Luna! A presto!