Astronomi su Venere

Mega ciao!
Ieri abbiamo visto che Venere non è la meta ideale per le vostre vacanze estive a meno che non vogliate andare incontro ad una morte molto dolorosa. Però potreste essere interessati a sapere com’è fatta la sua superficie. Come possiamo fare ad analizzarne le caratteristiche se dall’esterno l’unica cosa che riusciamo a vedere è la fittissima coltre di nuvole che ricopre completamente il pianeta? Fortunatamente negli anni ’80 russi e americani hanno risolto il nostro problema. Nel 1981 l’agenzia spaziale russa ha lanciato le sonde Venera 13 e 14, che sono partite alla volta di Venere. Le due sonde erano dotate di moduli d’atterraggio che sono atterrati senza problemi sulla superficie del pianeta e hanno scattato delle foto molto interessanti (immagine qui sotto). Come potete vedere il terreno di Venere è roccioso e il cielo è giallo a causa della fittissima atmosfera. Cosa ci dice questa immagine? Supponiamo di essere degli astronomi/astrofili nati su Venere. Ovviamente il nostro obiettivo è quello di studiare l’universo. Diciamo che, come Galileo, la prima cosa che facciamo è costruire un bel telescopio, a lenti o a specchi (ce n’è per tutti i gusti), e lo puntiamo verso il cielo. Appoggiamo l’occhio all’oculare e vediamo….giallo! Ma coooooomeeeee? L’atmosfera di Venere è talmente spessa che con il vostro povero telescopio ottico non riuscite a vedere al di là delle nuvole (proprio come in Novegno durante le osservazioni pubbliche non si riesce ad osservare nulla quando sale il nebbione in stile Silent Hill). E se invece di un telescopio ottico ne costruissimo uno che funziona ad una diversa lunghezza d’onda? Ad esempio, perchè non costruiamo un telescopio infrarosso? Forse nemmeno questa è un’idea geniale perchè su Venere dobbiamo fare i conti con una temperatura superficiale di 475°C, quindi con gli occhiali IR che aveva Tim in Jurassic Park probabilmente vedreste solo una grande macchia incandescente. Allora come facciamo da buoni abitanti di Venere a studiare lo spazio? Direi con i telescopi spaziali!
Abbiamo visto cos’hanno fatto i russi con le Venera 13 e 14. Gli americani invece…..
To be continued…
A presto!

Sara

La superficie di Venere ripresa dalle sonde Venera 13 e 14

Un faro nel cielo

Mega ciao!
Avete presente che in queste ultime sere di fianco alla Luna si vede un bel puntino luminosissimo? Che sia comparsa un’altra stella? No! Purtroppo sono secoli che nella Via Lattea non esplode una supernova. Quel faro che vedete non è una stella, ma un pianeta: il mitico Venere! Venere è stato osservato per la prima volta con un telescopio ancora dal buon vecchio Galileo Galilei, che ha notato una cosa eccezionale: ha le fasi proprio come la Luna! Questa è una caratteristica di tutti i corpi che stanno in mezzo tra la Terra e il Sole. Le fasi di Venere sono visibili anche con un piccolo telescopio, quindi in questi giorni in cui non si può uscire piazzatevi sul balcone di casa vostra e provate!
Venere è un pianeta molto interessante e soprattutto molto ospitale. Il pianeta è avvolto da una fittissima coltre di nuvole, che dall’esterno impedisce di osservarne la superficie. Tutte queste nuvole, prodotte dall’accumulo del gas eruttato dai vulcani, ha scatenato l’infernoo, se preferite, l’effetto serra a valanga. Cosa vorrà mai dire? Ebbene, sul pianeta ci sono 475°C in aumento. Cosa succederebbe se decidessimo di eludere l’isolamento da Coronavirus, salire sul Millennium Falcon con Han Solo e il mitico Chewbacca e partire per le vacanze estive alla volta di Venere? Semplice: una volta atterrati sul pianeta e appoggiato in modo teatrale il piede sinistro sulla sua superficie questo si sciogliererbbe a causa delle altissime temperature. E se avessimo una bella tuta spaziale in grado di resistere alle temperature di Venere? Moriremmo malissimo lo stesso! Infatti il gas eruttato dai vulcani si è accumulato sempre di più in atmosfera, quindi al momento la pressione è di 95 atmosfere, cioè un’atmosfere 95 volte più pesante di quella che abbiamo sopra le nostre teste. Dunque anche se riuscissimo a sopravvivere alle alte temperature moriremmo schiacciati! Ma se ci allenassimo come Goku e ci trasformassimo in Super Sayan? Ottima idea! In questo caso però dopo essere scesi su Venere e aver iniziato a saltellare di qua e di là, ad un certo punto succederebbe una cosa pazzesca: comincia a piovere. Adesso starete pensando: “Ma cosa sta dicendo? E’ ancora ubriaca dalla laurea? La pioggia non è certo un evento eccezionale!” Avete perfettamente ragione, ma, tranquilli, non sono ubriaca! La cosa simpatica di Venere è che non piove acqua (ahahahahahahahah #risatasadicaemalefica), in quanto è troppo caldo quindi l’acqua liquida non riesce a formarsi. Nell’atmosfera del pianeta, oltre a tutta l’anidride carbonica, troviamo acido solforico che condensa in goccioline e cade al suolo. Insomma piove acido e alla prima pioggia ci sciogliamo #adalienpiacequestoelemento. Forse è meglio cambiare la meta delle nostre prossime vacanze. Comunque osservare Venere dalla Terra di sicuro male non fa, quindi in queste serate scatenate l’astrofilo che è in voi!
Hasta la vista, baby!
A presto!

Sara

Galileo Galilei
Venere in fase

Opinioni diretta Facebook

Mega ciao!
Come state? Ho bisogno delle vostre opinioni. Vi è piaciuta la diretta di ieri? Siete riusciti a seguire il discorso? Ho parlato in modo comprensibile o, per deformazione universitaria, sembrava che parlassi in Klingon? Quali argomenti vi piacerebbe che affrontassi nelle prossime dirette? Come data e orario pensavo di tenere domenica alle 15:00 in questo periodo (tanto per il coronavirus siete tutti a casa). Domenica pensavo di rispondere alle ultime due domande a cui non sono riuscita a rispondere ieri e di parlarvi dell’Unità Astronomica (in pratica dandovi la risposta all’ultimo ASTROQUIZ che abbiamo fatto). Cosa ne pensate?
Aspetto molti commenti! Al mio segnale scatenate l’inferno!
Pronti…..viaaaaa!

Sara

Diretta Facebook

Mega ciao!
Come state? Io decisamente più leggera…ieri mi sono laureata! Vi ricordate il mio ultimo post? Vi avevo scritto il titolo della mia tesi e qualcuno aveva commentato di non averlo capito. Quindi come promesso farò una diretta Facebook in cui vi spiegherò cosa vuol dire il titolo della mia tesi! La diretta sarà domani (29 marzo) sulla pagina Facebook del Gruppo Astrofili di Schio alle ore 15:00. Non so bene come funzioni, ma in teoria mentre parlo potete scrivere dei commenti. Vi invito quindi a fare delle domande su quello che non vi è chiaro. Alla fine della spiegazione cercherò di rispondere e risolvere i vostri dubbi.
Vi aspetto numerosissimi!
A presto!

Sara

Chi si laurea?

Mega ciao!
Scusatemi, non ho più pubblicato niente, ma queste ultime settimane sono state folli! Ieri ho consegnato la Tesi e venerdì si vola verso la laurea! Laurea in cosa? Secondo voi? L’unica cosa che mi appassiona veramente: astronomia! Pensate che ho deciso quando avevo 10 anni che avrei fatto l’astronoma, grazie alla mitica maestra Paola che a scuola, parlandoci del Sistema Solare, mi ha fatta appassionare allo studio del nostro meraviglioso universo! La mia Tesi però non parla di pianeti ma di un bellissimo oggetto collassato. Titolo: “Evoluzione fotometrica comparata del candidato buco nero di massa intermedia ESO 243-49 HLX-1 e del suo ambiente”. E’ stato veramente divertente creare il modello della distribuzione di brillanza superficiale della galassia e fare la fotometria di apertura della controparte ottica del buco nero. Non vi dico di più perchè mi è appena arrivata l’onda d’urto provocata dall’esplosione dei vostri cervelli dopo aver letto le due frasi qui sopra. Vi prometto che la settimana prossima tornerò a pubblicare regolarmente, partendo dalla spiegazione dell’ultimo ASTROQUIZ!
A presto!

Sara

SOLUZIONE ASTROQUIZ 3: il calcolo della distanza Terra-Sole

Mega ciao!
SOLUZIONE ASTROQUIZ 3
Vi avevo chiesto come si può determinare la misura della distanza tra la Terra e il Sole. Le opzioni erano: con la trigonometria o con il radar. La risposta giusta è: entrambe! Mega troll!!! Ahahahaha! Scusatemi ma tra un po’ mi laureo e sono in fase sclero e risata isterica perenne. Nei prossimi post vi spiegherò perchè sono giuste tutte e due. Vi anticipo che il primo astronomo a tentare di stimare la distanza tra la Terra e il Sole con la trigonometria è stato il mitico Aristarco, nato nel 310 a. C.
Come avrà fatto con gli scarsissimi mezzi dell’epoca? Usando il cervello, cosa che nell’era di internet non fa quasi nessuno. Infatti basta qualcuno che dica che per un’allineamento di pianeti che si verifica ogni 3500 anni le scope stanno in piedi da sole e molti gli vanno dietro, senza verificare le fonti o farsi due domande. Ogni volta che succede una cosa del genere il mio diploma di laurea triennale in astronomia prende fuoco e potete sentire il rumore delle teste degli astronomi che sbattono addosso ai muri #maiunagioia #aristarconesapevadipiù.
Nel prossimo post giuro che smetterò di lamentarmi e vi parlerò di trigonometria. Mi raccomando se volete imparare qualcosa di scientifico evitate siti di astrologia e complottisti vari. Andate nei siti della NASA, dell’ESA, dell’ASI, MEDIA INAF e continuate a seguire questa pagina.
A presto!

Sara

Volete scoprire buchi neri supermassicci?

Mega ciao!
STASERA LA SEDE RESTERA’ CHIUSA CAUSA CORONAVIRUS!
Però se nel frattempo volete cimentarvi con un po’ di ricerca astronomica, il sito ZooUniverse ha lanciato un nuovo progetto: chiedono l’aiuto del pubblico per identificare buchi neri supermassicci situati al centro delle galassie. Quindi anche voi, direttamente con il vostro computer, potete contribuire alla ricerca astronomica. Per saperne di più collegatevi al sito:
https://www.zooniverse.org/…/chrismrp/radio-galaxy-zoo-lofar

A presto!

Sara

SOLUZIONE ASTROQUIZ 2: dove si formano oro, argento e platino?

Mega ciao!
SOLUZIONE ASTROQUIZ 2
Vi avevo chiesto dove si formano l’oro, l’argento e il platino. La risposta corretta è: dalle kilonovae. Ma cosa sono? Immaginate due stelle di neutroni in un sistema binario, cioè legate gravitazionalmente l’una all’altra. Queste due stelle ruotano attorno ad un baricentro comune, ma piano piano perdono momento angolare, quindi le loro orbite si stringono sempre di più fino a farle spiraleggiare l’una verso l’altra. Ad un certo punto la forza di gravità vince e le due stelle di neutroni si fondono. Questo evento provoca un’esplosione, chiamata appunto kilonova, che fa completamente disintegrare la stella. L’energia liberata è talmente grande che riesce a fondere insieme gli elementi in elementi più pesanti, come l’oro, l’argento e il platino. Fino a pochi anni fa però questo processo non era noto. Sapete com’è stato scoperto? Grazie alle onde gravitazionali #sialodatoKip. Infatti l’esplosione in kilonova sprigiona una tale quantità di energia da provocare una perturbazione della struttura dello spazio-tempo, che si propaga nello spazio sotto forma di onde. Le onde gravitazionali sono state teorizzate ancora nel 1915 dal buon vecchio zio Albert Einstein, ma si è dovuto aspettare il 2015 per avere la tecnologia in grado di rivelarle #grazieKip. La prima onda gravitazionale rivelata da LIGO era dovuta alla fusione di due buchi neri, uno di 29 e l’altro di 36 masse solari. Che massa avrà il buco nero risultante? 62 masse solari. Adesso starete pensando che devo aver fumato pesante per scrivere quel 62, perchè scommetto che anche chi tra voi non ha una laurea sa che 29+36 = 65. Quindi dove ho lasciato quelle 3 masse solari rimanenti? Non preoccupatevi, non le ho dimenticate. Quelle 3 masse solari sono state liberate nello spazio sotto forma di energia, in particolare sotto forma di onde gravitazionali. Com’è possibile? Beh, ci torna in aiuto zio Albert che, nella sua teoria della relatività, ci spiega che massa ed energia sono equivalenti: E = m*c^2, dove E è l’energia, m la massa e c la velocità della luce. Quindi quelle 3 masse solari sono state trasformate in 5,373×10^47 Joule di energia che si è propagata nello spazio ed è arrivata fino a noi. La prima fusione di stelle di neutroni è stata rivelata nel 2017 e ha segnato l’inizio dell’era dell’astronomia multi-messaggio, in cui gli osservatori che operano a diverse lunghezze d’onda collaborano per individuare la posizione da cui è partito il segnale e trovare così la sorgente delle onde gravitazionali.
A presto!

Sara

Albert Einstein
Kip Thorne
La Kilonova esplosa in una galassia lontana (Image credits: NASA)

SOLUZIONE ASTROQUIZ1: l’origine del carbonio

Mega ciao!
SOLUZIONE ASTROQUIZ 1
Per il primo astroquiz dell’anno vi avevo chiesto se il carbonio, elemento su cui è basata la vita come la conosciamo noi, sia sempre stato presente nell’Universo. La risposta corretta è: NO! Infatti il Big Bang, avvenuto 13 miliardi e 700 milioni di anni fa, ha prodotto solo un sacco di idrogeno, un po’ di elio e una microscopica traccia di litio. Da queste nuvolette di gas si sono formate le prime stelle, che potevano raggiungere masse di migliaia di masse solari, cioè migliaia di volte più massicce del nostro Sole. Queste stelle gigantesche però, per riuscire a sostenere il loro stesso peso, hanno avuto bisogno di una grande quantità di energia, quindi hanno bruciato il loro carburante molto in fretta. Dopo aver esaurito l’idrogeno, hanno buciato l’elio e l’hanno trasformato in carbonio, con una reazione chiamata triple-alpha reaction. In questo processo tre atomi di elio-4 vengono fusi tra loro in un atomo di carbonio-12. Quindi il carbonio arriva direttamente dall’evoluzione stellare! Una volta finito di bruciare questo elemento, le stelle massicce innescano il bruciamento di tutti gli elementi successivi, fino ad arrivare ad un nucleo composto da ferro e nichel. A questo punto tirano un bel botto: esplodono in supernovae, liberando nello spazio gli elementi di cui erano composte e arricchendo quindi il mezzo interstellare di elementi metallici. Attenzione che per noi astronomi/astrofili i metalli sono tutti gli elementi più pesanti di idrogeno ed elio! Da dove arrivano gli altri elementi chimici che compongono l’Universo?
Lo scopriremo nella prossima puntata!
A presto!

Sara

Grazie a tutti!

Mega ciao!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato all’evento ieri sera e grazie alla Professoressa Paola Marigo per la bellissima conferenza! Ci ha fatto molto piacere vedere che eravate in tantissimi e di tutte le età! Speriamo di avervi trasmesso un po’ della nostra passione per l’astronomia! Se siete appassionati di argomenti astronomici vi ricordo che sono aperte le iscrizioni al Gruppo Astrofili di Schio per il 2020. Per informazioni chiamatemi al numero 3290689207.
Il prossimo appuntamento sarà venerdì 13 marzo con la conferenza “La Via Lattea” del Dott. Simone Zaggia.
A presto!

Sara